venerdì 8 dicembre 2017
L'azienda cinese nell'orbita del gruppo Huawei punta sulla fidelizzazione dei clienti e canali di vendita innovativi. Funziona. In l'Italia l'obiettivo è conquistare il 10% del mercato
Lo smartphone Honor7x, costa 299 euro.

Lo smartphone Honor7x, costa 299 euro.

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Basta con il marketing tradizionale e i negozi fisici. È questo il modello di business che ha portato in pochi anni un marchio di telefonia a fare il giro del mondo e creare una comunità di più di 100 milioni di utenti che acquistano esclusivamente online, si scambiano consigli e suggerimenti tecnici. Alla base ci sono telefoni pensati per chi vuole uno smartphone con un processore veloce, una fotocamera capace di scattare belle foto e girare bei video e che, soprattutto, non è disposto a spendere cifre eccessive. È la ricetta di Honor, azienda nata in Cina nel 2013 come sotto-marchio di Huawei, uno dei principali gruppi delle tecnologie di rete e telefonia mobile.

L’obiettivo era provare a competere, nel proprio Paese, con i brand di smartphone più low cost come Xiaomi, Oppo e Vivo, ma senza ridurre la qualità. I primi successi in patria sono arrivati presto, poi il gruppo ha sviluppato l’attività sull’estero. «In due anni abbiamo fatto il giro del mondo», spiega George Zhao, presidente di Honor a livello globale. Un 'giro del mondo' che da metà 2015 ha portato il marchio a espandersi in circa 70 Paesi. «Oggi siamo il terzo marchio in Russia per quota di mercato, il primo in Finlandia, e puntiamo a diventare il terzo più importante brand digitale del mondo entro cinque anni», aggiunge Zhao che sottolinea come l’obiettivo sia quello di ottenere entro il 2022 il 60% dei ricavi proprio dal mercato internazionale.

In tre anni, Honor ha registrato una crescita delle vendite di oltre il 250% a livello globale e del 300% in Europa. In Italia quest’anno prevede di raggiungere una quota di mercato online vicina al 10%. La strategia è concentrarsi su un pubblico specifico senza disperdere energie e investimenti non necessari e tagliando i costi di distribuzione. L’azienda condivide il controllo di qualità e lo sviluppo software della casa madre Huawei. Persino il centro di Ricerca e Sviluppo è lo stesso, e questo consente a Honor di avere, prima di altri concorrenti, alcune innovazioni tecniche.

È il caso dei due nuovi dispositivi appena presentati: Honor 7X e Honor View10, due smartphone di alte prestazioni ma abbordabili. Honor 7X ha un display da 5,93 pollici a tutto schermo, grazie a una cornice ridotta al minimo, un’ottima fotocamera a 'doppia lente' e un prezzo di 299 euro. Con il View 10, invece, Honor fa un ulteriore salto di qualità grazie all’utilizzo di un processore dotato di un chip di rete neurale che sfrutta i principi dell’IA. È più potente, consuma meno e abilità funzioni futuristiche come il riconoscimento visivo o la protezione dei dati privati se non è il proprietario a guardare il display del telefono.

Il sistema identifica anche la voce di chi parla, attenuando il rumore di fondo e migliorando la qualità della chiamata. Inoltre, grazie alla collaborazione con Microsoft, può tradurre testi in lingua straniera a partire da una foto. Anche qui il prezzo è accessibile, anche se non "low cost": 499 euro. Circa la metà del prezzo d’acquisto dei concorrenti dei principali marchi di telefonia.

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