sabato 23 maggio 2020
L'azienda numero 2 al mondo vittima del fermo dovuto al Covid-19
Hertz, bancarotta in Canada ed Usa
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La pandemia ha bloccato un po' tutte le attività e a questa "imposizione" non è fuggito il settore dell'auto noleggio. Affari che vanno male in tutto il pianeta, Italia compresa dove ad aprile le immatricolazioni del comparto sono scese del 97% in un momento che solitamente è di fermento in vista della stagione vacanziera. In un contesto simile fa comunque scalpore la bancarotta della Hertz, il secondo gruppo al mondo nel noleggio, in Canada e negli Stati Uniti. 102 anni di storia non sono bastati a salvare l'azienda, fondata nel 1918 a Chicago da Walter L. Jacobs e poi ceduta, nel 1923, a Johns D. Hertz. Ecco, superatate tutte le perturbazioni del 1900, dopo oltre un secolo di attività il colosso americano finisce vittima del Covid-19. Ha presentato istanza di bancarotta negli Stati Uniti ed in Canada, chiedendo le protezioni del "chapter 11" alla Bankruptcy Court degli Stati Uniti a Wilmington, nello stato del Delaware. Il "chapter 11" (capitolo 11) è un dispositivo che prevede la riorganizzazione del business, con asset e debiti societari al riparo dai creditori. Viene solitamente richiesto quando una compagnia ha bisogno di tempo per ristrutturare il debito. Poiché Hertz non ha pagato i canoni di leasing della flotta di veicoli oltre Oceano i creditori avevano in un primo tempo allungato il periodo di pagamento portandolo alla data di ieri, 22 maggio, ma alla fine l'accordo è saltato. Difatto, con la dichiarazione di bancarotta, il noleggiatore dimostra la volontà di restare operativa, in una fase che servirà a ristrutturare i debiti e quindi ripartire come una compagnia finanziariamente sana.

Il "terremoto" in Canada e Stati Uniti fortunatamente non coivolge le altre principali zone, a livello globale, dove opera l'azienda, ossia Europa, Australia e Nuova Zelanda.
Il gruppo - che in Nord America gestisce i marchi brand, Dollar, Thrifty e Firefly - è stato colpito dal blocco degli spostamenti decisi dai governi per contenere il virus ed il crollo del traffico aereo si è rivelato decisivo: quasi due terzi degli introiti del gruppo, infatti, derivano dagli affitti di mezzi negli aeroporti. La società aveva cercato di arginare le perdite e a marzo aveva tagliato 12mila posti di lavoro, messo 4mila dipendenti in congedo non retribuito, tagliato del 90% le acquisizioni di nuovi veicoli e fermato le spese non essenziali, per un risparmio di 2,5 miliardi di dollari l'anno. Ma Hertz ha un debito di circa 19 miliardi di dollari, composto da 4,3 miliardi di obbligazioni e prestiti aziendali e da 14,4 di debiti garantiti da veicoli alle filiali di finanziamento.

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