giovedì 24 maggio 2012
​Nota ufficiale. «Non ha svolto funzioni di primaria importanza». Lui non commenta.
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Ettore Gotti Tedeschi si è dimesso da presidente e da membro del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le opere di religione (Ior), incarichi che ricopriva dal settembre 2009. Gotti non ha voluto commentare la decisione che è stata presa dopo che il Consiglio, riunito oggi in sessione ordinaria, ha adottato una mozione di sfiducia nei suoi confronti raccomandando «la cessazione del suo mandato quale presidente e membro». La sua mossa anticipa quanto annunciato in una dichiarazione rilasciata in serata dalla Sala Stampa vaticana, in cui si informa che domani si riunirà la Commissione cardinalizia di nomina pontificia «per trarre le conseguenze della delibera del Consiglio e decidere i passi più opportuni». È la Commissione cardinalizia infatti (presieduta dal segretario di Stato Tarcisio Bertone e composta anche dai porporati Telesphore Toppo, Odilo Pedro Scherer, Jean-Louis Tauran e Attilio Nicora) ad avere secondo l’articolo 8 dello Statuto del 1990 il potere di nominare e revocare i membri, laici, del Consiglio di sovrintendenza. Di questo Consiglio oltre a Gotti fanno parte Ronaldo Hermann Schmitz (vice-presidente), Carl Albert Anderson, Manuel Soto Serrano e Antonio Maria Marocco (che nel gennaio 2011 è subentrato a Giovanni De Censi). Gotti Tedeschi negli anni del suo mandato aveva fatto proprio l’impegno per la crescita, nella trasparenza secondo standard internazionali, dell’Istituto, che ha come scopo quello di «provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed immobili trasferiti o affidati all’Istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinate ad opere di religione o di carità». Secondo la Nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana, il voto unanime di sfiducia dei suoi colleghi lo ha ricevuto «per non aver svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Il Consiglio si impegna ora a cercare «un nuovo ed eccellente presidente che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci e ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standard bancari internazionalmente accettati».
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