giovedì 11 dicembre 2014
Per protesta contro la nuova legge spagnola sul Copyright il colosso web oscura il servizio. Un atto intimidatorio rivolto a tutti i giornali europei e non solo. Ecco perché.
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Chiamiamo le cose con il loro nome, senza girarci troppo attorno: quello compiuto da Google oggi è un atto di guerra. Un colpo durissimo all’editoria e alla libertà di informazione. Cos’è successo? Che il colosso del web ha deciso di chiudere in Spagna il servizio Google news dal 16 dicembre per protesta contro la nuova legge sul copyright. Da tempo gli editori di tutto il mondo chiedono a Google di pagare l’enorme massa di notizie che ogni giorno passano per i suoi servizi. La nuova legge spagnola sul copyright impone agli editori di chiedere un compenso a Google News anche se il servizio web mostra solo una piccola parte delle notizie prodotte dalle loro testate. Google ha risposto picche, difendendosi così: «Dal momento che Google News non genera ricavi (non mostriamo nessuna pubblicità sul sito di Google News) questo approccio semplicemente non è sostenibile. Perciò, è con grande dispiacere che il 16 dicembre (prima dell'entrata in vigore della nuova legge a gennaio) rimuoveremo gli editori spagnoli da Google News e chiuderemo Google News in Spagna».Attenti, Google è un gigante multimiliardario non un servizio caritatevole.  Google News, disponibile in più di 70 edizioni internazionali in 35 lingue. Il che fa di Google una sorta di super editore di tutti i giornali del mondo, visto che è lui a decidere quali notizie far apparire ai primi posti e quindi, di fatto, orienta una bella fetta di utenti a caccia di informazione verso questa o quella testata. Questo si chiama potere. E il potere, si sa, genera soldi.Per questo l’atto di guerra che ha deciso Google è enorme. Con un clic ha deciso di fatto di far sparire da una buona parte delle ricerche web le notizie dei giornali. Dal 16 dicembre tocca alla Spagna, ma presto potrebbe toccare a tanti altri. E se la guerra dovesse inasprirsi Google potrebbe arrivare persino ad una mossa drastica quanto quasi letale per l’editoria: cancellare dalle ricerche tutte le news. Col risultato di mettere in ginocchio l’editoria ma anche la libertà dei lettori.
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