venerdì 28 marzo 2014
In sei, provenienti dal Nord e dal Sud, con formazioni diverse (dalla moda al diritto internazionale, all’economia) hanno parlato a un’attenta platea di coetanei e rappresentanti delle istituzioni, esprimendo disagi e speranze nell’approcciarsi al mondo del lavoro.
COMMENTA E CONDIVIDI
Formazione, orientamento, collegamento Università-mercato del lavoro sono state le parole d’ordine della seconda tappa di Giovani in voce. Protagonisti del mercato del lavoro: aspettative, desideri realtà, organizzata da Articolo1, Agenzia per il lavoro che si è svolta ieri presso la Sala Longhi di Unioncamere a Roma, moderata e animata da Francesco Ventimiglia.Sei giovani provenienti dal Nord al Sud con formazioni diverse (dalla moda al diritto internazionale, all’economia) hanno parlato ad un’attenta platea di coetanei e rappresentanti delle istituzioni, esprimendo disagi e speranze nell’approcciarsi al mondo del lavoro.I temi maggiormente ricorrenti sono stati il disallineamento fra la preparazione universitaria e il mercato del lavoro, la mancanza di un valido orientamento, la difficoltà ad entrare in contatto con le aziende, la carenza di centri per l’impiego realmente efficaci.Molto vivace il dibattito in cui è intervenuto per primo Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, che ha evidenziato come il problema della mancanza di lavoro, in questo momento, sia di natura macroeconomica, strettamente legato alla crisi. Non ci sono soldi, non c’è lavoro. “Il sindacato, tuttavia, per parte sua, all’interno del progetto Garanzia Giovani, aprirà presso le proprie strutture dei corner dedicati all’orientamento proprio per venire incontro alle esigenze espresse dai giovani”. Natale Forlani, direttore generale Immigrazione al Ministero delle Politiche Sociali, (già Segretario Confederale CISL e AD di Italia Lavoro), rispondendo ai quesiti dei giovani relatori, ha posto l’accento sulla mancanza di veri e propri tirocini durante il percorso di formazione scolastica che facilitino l’ingresso al mercato del lavoro e quindi la necessità di cambiare i percorsi scolastici istituendo un’alternanza fra ore in aula e ore di tirocinio presso le aziende. Stefano Di Niola, responsabile Dipartimento Politiche sindacali della Cna, sul tema della costante richiesta di esperienza da parte delle aziende sollevata dai giovani, ha sottolineato che la realtà imprenditoriale italiana è medio-piccola (le imprese italiane hanno in media di quattro dipendenti a testa), questo comporta la richiesta di una grande specializzazione. “Il titolo di studio deve essere strettamente attinente al ruolo che si intende ricoprire”. Fabiana Giacomotti, giornalista e docente di Scienza della Moda e Costume all’Università La Sapienza di Roma, a questo proposito ha lamentato la bassissima qualità media dei ragazzi che frequentano l’Università e che, probabilmente sarebbe meglio indirizzare verso altro tipo di studi. Nel Paese, a suo avviso, manca una programmazione: non si sa quali sono i profili che serviranno fra 10 o 15 anni, creando un chiaro squilibrio fra le professionalità che saranno presenti e quelle realmente ricercate.Ha concluso Giuseppe Campelli, amministratore unico di Articolo1, rivendicando il ruolo delle Agenzie per il lavoro nel panorama del mondo del lavoro. “Le Agenzie per il lavoro hanno il merito, in questo momento, di essere uno dei pochi strumenti che i giovani hanno, oggi, per trovare lavoro - ha dichiarato -. Le Agenzie contano su un personale preparato e specializzato che possono aiutare i giovani a trovare il “proprio lavoro”, hanno come core business la ricerca del lavoro. È nostro compito ma anche interesse farlo al meglio. E’ un fatto etico, sociale, ma anche economico”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: