martedì 5 febbraio 2013
​In presenza di una disoccupazione giovanile ai massimi livelli storici, ci sono 65mila figure professionali che le aziende non riescono a reperire.
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​Quali compromessi saresti disposto ad accettare pur di ottenere un lavoro? Saresti pronto a ricoprire una posizione lavorativa non all’altezza del tuo titolo di studio? Sono queste alcune delle domande del sondaggio realizzato da Work in Progress, Centro di ricerche sociali sul lavoro e le nuove forme di occupazione. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con FondItalia, Fondo Paritetico per la Formazione Continua.Il sondaggio costruito attraverso la raccolta di dati con metodo cawi - computer-assisted web interviewing, è rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni, ampliando così il range che riguarda queste statistiche, che di norma considera la fascia d’età 18-24 anni, e ad apprendisti in formazione o lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. Dalle ultime notizie sul lavoro emerge un paradosso: pur in presenza di una disoccupazione giovanile ai massimi livelli storici, ci sono 65mila figure professionali che le aziende non riescono a reperire. La ricerca intende far luce sugli atteggiamenti dei giovani nei confronti del mondo del lavoro, sulle difficoltà nell’essere inseriti e sul gap che esiste tra formazione e mondo del lavoro e tra formazione continua e crescita delle imprese, per indagare le ragioni di questa dicotomia. Inoltre, il sondaggio si focalizzerà sulle motivazioni che portano i giovani italiani a non trovare lavoro.

“Le domande del sondaggio sono state frutto di un’analisi accurata per cercare di carpire più informazioni possibili sullo stato del mercato del lavoro italiano - spiega Tommaso Dilonardo, fondatore e Presidente di Work in Progress - in generale, lo studio intende conoscere gli atteggiamenti dei giovani verso il lavoro: disattenzioni, pregiudizi e voglia di fare, per capire insieme cosa funziona e cosa può e deve essere migliorato”.“Una delle cose che contrassegna Walk on Job - ha dichiarato Cristina Maccarrone, direttore del social magazine - è non solo l’attenzione verso i suoi lettori, ma il continuo dialogo con loro. Spesso abbiamo la sensazione che i giovani tra i 18 e i 35 anni non siano sono quello che viene descritto dalle statistiche tradizionali e che siano molto di più di quello che le etichette (neet, disoccupati, atipici, precari ecc…) vogliono fare sembrare. Per capire meglio il loro rapporto con il mondo del lavoro abbiamo, dunque, deciso di dare la parola direttamente a loro”.Il link al sondaggio è: https://it.surveymonkey.com/s/giovani-e-lavoro-social-network-colloquiIl sondaggio resterà on line fino al 5 marzo e i dati verranno resi noti alla stampa pochi giorni dopo la sua conclusione.

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