L’acqua è un bene «collettivo», stop a calcoli «mercantilistici» o a «privatizzazioni improprie». Lo rivendica la Chiesa italiana ricordando che oggi ricorre la 70esima Giornata Nazionale del Ringraziamento
L’acqua è un «bene collettivo». Non può prevalere una concezione puramente mercantilistica. Non si possono accettare privatizzazioni improprie. Ecco il messaggio più politico della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Ecco la Chiesa italiana che ricordando la settantesima Giornata del Ringraziamento (si celebra domenica 7 novembre e il tema è proprio l’acqua benedizione della terra) riflette sul valore di questo bene e rilancia un allarme: «Quando l’acqua manca è la vita a soffrirne». Parte da questa considerazioni il seminario di studio organizzato dalla diocesi di Brescia. Una mattinata (i lavori moderati dal giornalista di Avvenire Marco Girardo solo in diretta youtube causa emergenza Covid) per declinare la parola acqua. Per dire no a sprechi. E no a disuguaglianze.
I numeri fanno subito capire. «Entro il 2050 aumenterà la richiesta d’acqua e diminuirà l’offerta», spiega la professoressa Alessandra Vischi dell’Università cattolica di Brescia che subito sottolinea l’importanza della sfida educativa: «Senza acqua non c’è futuro e non c’è sviluppo dignitoso».
Le domande si accavallano. Una, decisiva, prende forma da una considerazione di papa Francesco: non c’è consapevolezza della gravità della situazione. «L’acqua per molti c’è sempre. Per molti è un bene inesauribile. Non è così. L’acqua non è inesauribile», spiega Alfonso Luzzi di FederAgri-Mcl che fissa un primo principio: «L’acqua è un bene del creato. Come l’aria. Non sono proprietà private».
C’è un filo che unisce i vari interventi: evitare sprechi. È un appello ai giovani. Alla politica. Alle comunità. «A Milano la gestione dell’acqua pubblica ha funzionato. Lo sforzo educativo ha garantito una riduzione di oltre il 20% del consumo», ricorda Luzzi. E Giovanni Lobello di Terra Viva Cisl insiste: «Serve una nuova cultura dell’acqua che parta dall’educazione. Dal vivere quotidiano. Serve uno sforzo della scuola e delle parrocchie per creare la giusta consapevolezza. Serve un impegno della politica perché non abbiamo un dovere rispetto alle nuove generazioni». È anche la Chiesa italiana a interpellare la politica. A invitarla a «tutelare e a promuovere il diritto dell’acqua per tutti». Ma, parallelamente, a rivolgersi alla società civile a «diventare sempre più soggetti attivi di politiche per l’acqua sicura».
428 litri
Il prelievo giornaliero di acqua per abitante in Italia, ma il 48% non arriva nemmeno nelle abitazioni
È il momento delle scelte. Coraggiose. Nette. Ed è il momento di «dire due grandi no. No allo spreco dell’acqua. No all’inquinamento dell’acqua», avverte don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i Problemi sociali e il lavoro aprendo i lavori del seminario. L’acqua non è bene inesauribile e allora «bisogna rimboccarsi le mani per gestirla bene», ripete don Bruno che invita a riflettere come in questi mesi della pandemia l’acqua sia bene ancora più prezioso.
Società e politica. Onofrio Rota di Fai Cisl mette sul banco degli imputati una politica «troppo spesso assente» e invita a sfruttare le «risorse europee che presto arriveranno nel nostro Paese per un processo di vera rigenerazione».
C’è la riflessione sull’acqua bene di tutti. E la riflessione sull’acqua nel racconto biblico. Don Luigi Maria Epicoco spiega che «non è fuori tema essere concreti partendo dalla Bibbia». E allarga la "lezione". «Abbondanza di pane e di acqua è abbondanza di vita... Si può entrare nel regno di Dio donando un bicchiere d’acqua....» Ecco che la spiritualità si lega alla solidarietà. «Tutti abbiamo bisogno di acqua e l’acqua diventa elemento di incontro», dice don Epicoco. E si ferma su quel tutti. Giovani e meno giovani. Ricchi e poveri. «Tutti sullo stesso piano perché tutti abbiamo lo stesso bisogno. Io mi accorgo della sete degli altri perché ho provato lo steso bisogno».
4,6 miliardi di metri
Questa l’enorme quantità di acqua che si spreca ogni anno in Italia.
Il nostro Paese è fanalino di coda in Europa per il target 6.4 degli obiettivi Onu (efficienza idrica)
Ancora una volta il tema della difesa dell’acqua accende il seminario. «50 anni fa avevamo la percezione di una risorsa infinita. Poi, la società del benessere ha fatto crescere la domanda e accentuato comportamenti meno virtuosi rispetto all’uso corretto e ragionevole», spiega Gianluca Mastrovito di Acli Terra che, ancora una volta, lascia ai numeri il compito di raccontare: «L’Istat ha registrato un tasso di dispersione medio pari al 47% dell’acqua immessa nelle reti idriche». Poi una seconda annotazione: «In Italia abbiamo disponibili quantità acqua superiori a quelle che vanta metà della popolazione cinese». Ma forse anche una scarsa sensibilità visto. «Solo ventidue bresciani su cento votarono un referendum su acqua ai privati», racconta Luzzi che per sottolineare ancora il problema italiano si sposta in Germania: «Lì, già trent’anni fa, le case avevano sistemi di recupero dell’acqua piovana».
2,7 milioni
Le famiglie alle prese con irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua potabile in Italia,
nel 65% dei casi si trovano nelle Regioni del Mezzogiorno
Acqua, un grande tema che ci interroga. Il Global FootPrint Network quest’anno ha posto l’Over Shoot day (giorno in cui il Pianeta entra in debito con gli ecosistemi naturali per le risorse che consumiamo) al 22 agosto grazie al lockdown (nel 2019 era il 19 luglio) ma guai abbassare la guardia. C’è però fiducia. «L’indice di conversione di acqua in cibo è il più alto in Europa», annota Carlo Maria Recchia di Coldiretti. E ancora: «Nel nostro mondo c’è abbondanza di acqua e cultura dell’acqua». Il confronto si sposta sull’agricoltura sostenibile. Sul no a inquinanti, detergenti, prodotti chimici. Luzzi spiega che la «tecnologia può consentire di tenere sotto controllo le condizioni degli impianti» e suggerisce l’uso di «satelliti per un monitoraggio costante dei bacini idrici».
Riflettiamo sulle parole della professoressa Vischi. «Acqua e vita. Rigenera. Purifica. Ma spesso viene sprecata». E soprattutto sulle conclusione del vescovo di Brescia. Monsignor Pierantonio Tremolada lega l’emergenza Covid-19 al valore purificatore dell’acqua. Lega i giorni della pandemia al consiglio numero uno degli scienziati: lavarsi spesso le mani. C’è un presente faticoso ma – assicura il vescovo – c’è un ottimismo verso il futuro. Una fiducia che parte dalla forza dei giovani, Dal loro impegno. Dalla loro passione. Questo mondo lo renderanno migliore».
DA SAPERE
La settantesima Giornata nazionale del ringraziamento, organizzata dall’Ufficio nazionale Cei per i Problemi sociali e il lavoro, si è aperta sabato con il seminario di studi, in versione digitale, "L’acqua, benedizione della terra". Domenica alle 11.00, a Brescia, la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, monsignor Pierantonio Tremolada. A seguire l’Angelus con la benedizione degli agricoltori e delle macchine agricole.