sabato 14 agosto 2010
Balzo del Pil nel secondo trimestre: + 3,7%. Bene l'Eurozona: su base annua il Pil dei 16 Paesi che condividono la moneta unica è salito del 1,7%. Stesso ritmo di crescita per l'intera Ue a 27. Negli ultimi tre mesi, progresso dell'1%.
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La locomotiva tedesca ha ripreso a correre, trascinando la zona euro a una crescita ottima dell’1% nel secondo trimestre di quest’anno. Su base annua il Pil dei 16 Paesi che condividono la moneta unica è salito dell’1,7%. Stesso ritmo di crescita per l’intera Ue a 27. Secondo l’Eurostat, che ha pubblicato ieri la sua stima flash, la performance è migliore di quella degli Stati Uniti, che sarebbero avanzati dello 0,6% rispetto al primo quarto dell’anno. Ma il dato eclatante è il balzo dell’economia tedesca, cresciuta su trimestre del 2,2%, come non era mai accaduto dalla riunificazione del Paese, e del 4,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa (3,7% corretto per i giorni lavorativi). L’Italia, come anticipato dall’Istat, ha replicato lo 0,4% del primo trimestre (+1,1% su anno). La Francia, seconda economia della regione dopo la Germania, è cresciuta dello 0,6%. La Grecia è un macigno, essendo calata dell’1,5% dopo il -0,8% del primo trimestre, mentre la Spagna si mantiene in terreno positivo con lo 0,2% dopo essere uscita dalla recessione nei primi tre mesi dell’anno (+0,1%). Il dato europeo e soprattutto quello tedesco superano di gran lunga le attese, ma le insidie restano in agguato, come ha avvertito la Bce nel suo bollettino d’agosto. Nell’ultimo trimestre, stimano all’Eurotower, la crescita dovrebbe tirare il freno. E a pesare potrebbero essere fattori che riguardano da vicino proprio la Germania: l’impatto delle misure d’austerità, particolarmente severe quelle varate da Berlino, e il rallentamento delle grandi potenze importatrici asiatiche a partire dalla Cina. Anche la Commissione europea, pur esprimendo soddisfazione, ha affermato ieri tramite un portavoce che «la ripresa economica resta fragile» e presenta «elementi d’incertezza che non dovremmo ignorare». In particolare, l’esecutivo Ue si dice consapevole dell’impatto che avranno sulla crescita futura le misure di riduzione del deficit adottate per fronteggiare la crisi del debito. «Ci aspettiamo che gli Stati membri mettano in atto le "exit strategy" dalle misure di stimolo all’economia, e si concentrino sugli sforzi per riportare i bilanci in ordine», ha spiegato il portavoce del commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn. Ma tutto «senza uccidere la ripresa». Il ministro dell’Economia tedesco, Rainer Bruederle, ha ribadito che il governo tirerà dritto con il suo piano d’austerità da 80 miliardi di euro, sfruttando anche questo balzo per centrare l’obiettivo di consolidamento di bilancio. Secondo il ministro nel 2010 l’economia tedesca potrebbe espandersi di oltre il 2%. Solo sulla base della performance del secondo trimestre la Germania potrebbe addirittura competere con la Cina.
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