venerdì 29 aprile 2016
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(Ansa) INVIATO A TRIESTE iniziata ufficialmente l’era di Philippe Donnet alla guida di Generali. Ed è un’avventura partita su un terreno ben saldo. L’assemblea 2016 della compagnia del Leone – la prima dopo la nomina del nuovo amministratore delegato, avvenuta in seguito all’uscita a sorpresa di Mario Greco a gennaio – , non fa registrare particolari scossoni. Né, sostanzialmente, sembra modificare più di tanto gli equilibri interni all’azionariato del gruppo. Lo si evince soprattutto da un voto: quello con cui l’assise riunita a Trieste ha rinnovato il consiglio di amministrazione allargato da 11 a 13 membri. La rosa dei nomi proposti da Mediobanca (che detiene il 13,2% di Generali) è passata con il 67,4% delle preferenze dei soci presenti all’appuntamento, mentre quella di Assogestioni è stata sostenuta dal 32,1%. Certo, l’esito era scontato e la stessa Piazzetta Cuccia, alla vigilia, aveva auspicato un «consenso allargato » per i propri rappresentanti (avendo inserito nella lista pure due esponenti della minoranza), ma è indicativo degli equilibri immutati il fatto che Mediobanca sia riuscita a 'catturare' pure i voti di una parte degli investitori istituzionali esteri, che tradizionalmente invece sostengono in modo compatto le pro-È poste della minoranza. Forte della condivisione di obiettivi con il board che sarà in carica per il prossimo triennio, Donnet nel giorno del debutto ha lanciato il suo programma per trasformare Generali in un gruppo «più semplice, veloce e connesso, focalizzato sulle esigenze degli agenti e dei clienti». Per raggiungere questi traguardi, ha aggiunto Donnet, bisognerà «mantenere il rapporto di fiducia, trasparenza e collaborazione con tutti gli azionisti. In linea con la tradizione e con il precedente management, anche attraverso una giusta remunerazione del capitale investito». Non a caso, nonostante l’insoddisfazione per l’andamento del titolo in Borsa degli ultimi mesi, i vertici si sono detti ugualmente fiduciosi che i fatti dimostreranno come la compagnia valga di più della sua quotazione attuale. E il direttore generale Alberto Minali ha confermato che si potrà distribuire «un ammontare significativo di dividendi nei prossimi anni». Intanto, la compagnia si vuole liberare pure di alcuni 'pesi' e rimarcare la propria indipendenza. «Non c’è alcuna influenza di Mediobanca sul cda. Basta con questa vecchia storia», ha replicato il presidente Gabriele Galateri ai rilievi posti da un piccolo azionista. Il 'manifesto' di Donnet appare comunque piuttosto chiaro. Si può sintetizzare così: sì al rinnovamento, ma senza brusche virate e nel segno della continuità. Il nuovo timoniere è consapevole di dover fare i conti con uno scenario non semplice per l’attività di assicurazione, alle prese con tassi d’interesse ai minimi e normative sempre più stringenti. Ma per Donnet il quadro complesso non deve ridimensionare le ambizioni di Generali. «Sono convinto che saremo in grado non solo di competere con i migliori – ha concluso –, ma di essere tra i migliori». © RIPRODUZIONE RISERVATA NUOVO AD L’assemblea a Trieste delle Assicurazioni Generali ha segnato ieri l’avvio dell’era di Philippe Donnet come capo azienda, dopo l’improvvisa uscita di Mario Greco a gennaio.
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