sabato 8 luglio 2017
Nella bolletta elettrica, per esempio, per ogni 100 euro a carico delle pmi, 43,5 euro sono ascrivibili a tasse e oneri: la media dell'Eurozona, invece, è del 34,1%
Gas e luce, costi elevati per le imprese italiane
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I costi in Italia dell'energia elettrica e del gas per le piccole imprese sono tra i più elevati nell'Unione Europea. Rispetto alla media dei Paesi dell'area euro, secondo la Cgia, l'energia elettrica ci costa, per ogni 1.000 Kw/ora consumati (Iva esclusa), 155,6 euro: la tariffa più alta tra tutti i 19 Paesi messi a confronto che ci costringe a pagare il 27,8% in più della media Ue. Va un po' meglio, invece, il risultato che emerge dall'analisi del prezzo del gas: sempre tra i Paesi dell'area euro, le pmi italiane sono al terzo posto (dopo Paesi Bassi e Portogallo) per il costo più elevato. Se la nostra tariffa ogni 1.000 Kw/ora (Iva esclusa) consumati è pari a 55,5 euro, scontiamo un differenziale di prezzo rispetto alla media dei Paesi presi in esame del +13,7%.


Per la Cgia le piccole imprese, indicativamente quelle con meno di 50 addetti, danno lavoro al 65,3% degli occupati nel settore privato e costituiscono il 99,4% del totale delle imprese presenti nel Paese. «Come è
possibile - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - che non si intervenga in
maniera decisa per tagliare efficacemente i costi energetici a chi costituisce l' asse portante dell'economia del Paese?. E più in generale, come fa la Commissione europea ad accettare che nell'area euro, ad esempio, la piccola impresa paghi l'energia elettrica mediamente il 60% in più delle grandi aziende se la
stragrande maggioranza dei nuovi posti di lavoro in Europa negli ultimi anni stati creati dalle pmi?».

Sebbene il governo Renzi nella primavera del 2014 abbia ridotto la spesa elettrica dei soggetti collegati in media e bassa tensione con una potenza impegnata superiore ai 16,5 Kw, secondo le stime della Cgia,
questo provvedimento ha interessato poco più di 700mila aziende: solo il 15% circa del totale delle imprese presenti in Italia.

«Negli ultimi anni il nostro mercato nazionale dell'energia
elettrica e del gas ha fatto molti passi in avanti - segnala Renato Mason, segretario della Cgia - riducendo progressivamente il gap di prezzo con la media europea, anche attraverso i processi di liberalizzazione che sono stati avviati in questi ultimi decenni. Inoltre, dal 2016 è partita, con gradualità, la riforma delle tariffe elettriche: al termine di questo processo, quella per il trasporto di energia e la gestione del contatore e per gli oneri di sistema saranno uguali per ogni livello di consumo, abbandonando così la cosiddetta struttura progressiva, cioè con prezzi crescenti al crescere dei consumi».

La componente fiscale, ovviamente, è una delle cause che
contribuisce a mantenere le tariffe così alte in Italia. Per la bolletta elettrica, ad esempio, ogni 100 euro di costo a carico delle pmi, 43,5 euro sono ascrivibili a tasse e oneri: la media dell'Eurozona, invece, è del 34,1%. Sul fronte del gas, invece, le cose migliorano: se in Italia l'incidenza percentuale della tassazione sul costo totale a carico delle aziende è di 18,6, nell'Eurozona si attesta al 13,5%. Gli svantaggi in capo alle nostre Pmi non sono solo nei confronti delle attività di pari dimensioni presenti in Ue, ma anche verso le poche grandi imprese rimaste nel nostro territorio. Nel campo dell'energia, ad esempio, se le piccole imprese italiane con un consumo medio annuo compreso tra i 500 e i 2mila Mw/ora "sopportano" un costo di 155,6 euro ogni 1.000 Kw/ora, le grandi imprese, con consumi tra i 70mila e i 150mila Mw/ora,"solo" 95,6 euro: in altre parole le Pmi pagano il 62,8% in più delle grandi imprese per Kw/ora consumato. Anche per quanto concerne il gas, infine, il divario di costo è a vantaggio delle imprese di grande dimensione. Secondo le fasce di consumo annuo, una piccola impresa con consumi inferiori a 26mila metri cubi (mc) sostiene un costo pari a 55,5 euro ogni 1.000 Kw/ora (Iva esclusa). Se i consumi, invece, sono all'interno del range tra 26mila-263mila mc, il prezzo scende a 40,4 euro per calare a 27,3 euro per coloro che operano nella fascia 263.000-2.627.000 mc. Per le grandi imprese, che registrano dei consumi annui tra i 2.637.000 e i 26.268.000 mc il prezzo è di 23,2 euro.

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