venerdì 30 agosto 2019
A giugno l’Istat segnala una flessione pesante degli ordini (-0,9%). Male il settore auto. Sul fronte lavoro l’Inps riporta il boom dei nuovi contratti stabili, ma cresce la cassa integrazione
Il settore auto è uno dei più colpiti dallo stop dell'economia (Ansa)

Il settore auto è uno dei più colpiti dallo stop dell'economia (Ansa)

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Due brutti segnali per l’economia italiana. Il primo giunge dall’Istat e mette in luce gli andamenti negativi di ordinativi e fatturato. Il secondo dall’Inps che rileva la crescita della cassa integrazione a luglio.
L’Istat mette in luce che a giugno si stima che il fatturato dell’industria diminuisca dello 0,5%. Nel secondo trimestre l’indice complessivo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nello stesso mese anche gli ordinativi registrano un calo sia su base mensile (-0,9%) sia nel complesso del secondo trimestre (-0,4%).

Di fatto l’Istat osserva che a giugno il fatturato dell’industria ha segnato un calo su base mensile, condizionato dalla contrazione delle vendite sul mercato interno, mentre è rimasto pressoché stabile su base trimestrale. Nel confronto con maggio la diminuzione è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, risultando particolarmente forte per quello energetico. Nel confronto trimestrale, invece, hanno segnato variazioni congiunturali positive i beni strumentali e quelli di consumo. Anche al netto della componente di prezzo, il manifatturiero ha messo in evidenza una flessione su base mensile, rimanendo stabile su quella trimestrale.

Più nel dettaglio, la dinamica del fatturato di giugno è la sintesi di una flessione dell’1,2% del mercato interno e di un modesto aumento dello 0,5% di quello estero. Per gli ordinativi il calo riflette la contenuta crescita dell’1,1 delle commesse dal mercato interno e la forte diminuzione del 3,8% di quelle dall’estero. L’Istat osserva che il calo del fatturato riguarda, seppure in maniera differente, i principali raggruppamenti d’industria e si traduce in un -0,2% per i beni strumentali, in un -0,4% per quelli di consumo, in un -0,8% per gli intermedi e in un -2,8% per l’energia. Visto in base al calendario il fatturato diminuisce dello 0,8%, con diminuzioni dell’1% nel mercato interno e dello 0,1% nell’estero.

Osservando il manufatturiero, le industrie tessili e quelle dei mezzi di trasporto registrano la crescita tendenziale del fatturato più rilevante (+4,1%), mentre la farmaceutica mostra la diminuzione maggiore con un -12,6%. Da segnalare in particolare che su base annua l’automotive ha registrato a giugno una flessione del fatturato del 6,3% (del 7,8% sul mercato interno e del 3,3% su quello estero). Andamento altrettanto negativo per gli ordinativi dell’auto scesi del 15,9% (-18% sul mercato interno e -12,4% sull’estero). In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi cala del 4,8%,con diminuzioni su entrambi i mercati, ma in misura molto differente: -1,8% quello interno e -9,1% quello estero. La maggiore crescita tendenziale risulta nell’industria dei mezzi di trasporto con un +5,1%, mentre il peggior risultato arriva dalla farmaceutica con un -16,2%.

A questi dati negativi vanno aggiunti i numeri Inps, perché se da un lato è positivo che nei primi sei mesi dell’anno la variazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta positiva per 321.805 contratti, registrando un incremento del 150,7% rispetto allo stesso periodo 2018 – quando il saldo era +128.355 – è il dato sulla cassa integrazione a creare allarme. Infatti a luglio il numero di ore di cassa integrazione autorizzate è 19,1 milioni, in aumento del 33,5% rispetto allo stesso mese 2018 (14,3 milioni) ed in calo del 30,9% rispetto al mese precedente. Nel dettaglio, le ore di cig ordinaria sono 8,8 milioni, in aumento del 17% su base annua e del 9% base mensile; le ore di straordinaria risultano 10 milioni, di cui 3,7 milioni per solidarietà, con un incremento del 50,2% su base annua e un calo del 46,8% su base mensile. Quanto alla deroga, le ore sono 184 mila (+317,5% sull’anno e -70,8% sul mese).




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