sabato 6 aprile 2013
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A livello politico, il tema resta in Francia uno dei più scottanti, ma da qualche tempo sono numerose le giovani famiglie che si preparano già al «tramonto del welfare» conosciuto lungo gli ultimi decenni.Nel 2000, la spesa sociale del welfare ammontava Oltralpe al 28,6% del Pil, contro il 26,6% in Germania, secondo l’Ocse. E poco più di un decennio dopo, nel 2011, la forbice si è ancor più allargata, con una Francia salita a quota 32,1% e una Germania rimasta invece al 26,2. Divari poi riavvicinati lo scorso anno.I governi tanto neogollisti quanto socialisti hanno finora sempre voluto preservare il cosiddetto «modello sociale alla francese», particolarmente generoso non solo verso le coppie sposate con figli, ma anche verso i disoccupati o le cosiddette «donne isolate con bambino», autentico fenomeno sociale la cui recente progressione, secondo certi esperti, non è del tutto slegata da alcuni effetti perversi degli stessi sussidi statali.Ma lo stato sempre più preoccupante dell’economica francese, con un debito pubblico da anni fuori controllo e che potrebbe presto raggiungere il 100% del Pil secondo gli economisti più pessimisti, costringe oggi il governo socialista a prepararsi a malincuore verso un primo storico e impopolare dietrofront.La settimana scorsa, in televisione, il presidente François Hollande ha preannunciato che i sussidi familiari versati alle famiglie terranno sempre più conto delle diverse fasce di reddito. Finora, invece, sono state calcolate principalmente in funzione del numero di figli.

Il governo, proprio sul fronte familiare, sta attualmente studiando il miglior modo per mettere in pratica le raccomandazioni contenute in un rapporto appena consegnato da Bertrand Fragonard, presidente dell’Alto consiglio della Famiglia. Secondo il documento, accanto all’imposizione di nuove condizioni di reddito per i sussidi, con possibili economie per lo Stato di circa 1,5 miliardi l’anno, un’altra pista privilegiata riguarda un abbassamento della soglia di riferimento del quoziente familiare. Più di un milione di famiglie si ritroverebbero così a pagare circa 70 euro di tasse in più (nell’ipotesi d’inasprimento più accentuato indicata dal rapporto), con un beneficio per lo Stato di quasi un miliardo.Un’altra misura indicata da Fragonard è la soppressione degli attuali sgravi fiscali specifici per le famiglie con figli alle scuole medie e superiori. Ciò equivarrebbe a circa 10 euro di tasse mensili in più per le famiglie. Ma la misura permetterebbe allo Stato di recuperare non più di 235 milioni di euro, interessando ben 2,3 milioni di nuclei familiari. Rischia poi di essere minorato, forse del 10%, pure il "bonus" per ogni nuova nascita, equivalente oggi a 903 euro.

Nel 2011, questo sussidio speciale era costato allo Stato circa 635 milioni di euro. Secondo una recente stima ministeriale, la quota di deficit pubblico legata all’attuale sistema di sussidi familiari è salita a ben 2,7 miliardi nel 2012. Sul piano contabile, i margini di manovra del governo paiono dunque sempre più ristretti. Ma sullo sfondo della crisi economica, una parte dell’opinione pubblica potrebbe non perdonare ai socialisti un ridimensionamento del sistema.

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