martedì 27 marzo 2018
Un progetto ha coinvolto 1.200 giovani in difficoltà. Una ricerca ha permesso di individuare le figure professionali più richieste: dai carpentieri ai mediatori
Formazione e lavoro, le vie per l'inclusione
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«Il lavoro è la prima forma concreta dell’inclusione sociale, soprattutto nel caso di categorie vulnerabili come i giovani disoccupati, le donne e i migranti: con il progetto Mechanical Employment abbiamo cercato di dare una risposta a questo bisogno urgente, attraverso una fattiva collaborazione tra il mondo della formazione e quello dell’impresa, con il contributo delle organizzazioni non profit». Paolo Cesana, direttore della Fondazione Luigi Clerici, ente formativo di ispirazione cattolica che opera nel nord Italia con diciotto sedi territoriali, spiega così il successo del progetto avviato con il supporto della JPMorgan Chase Foundation – e in collaborazione con Regione Lombardia, Apimilano, Università Cattolica, Adecco e Cooperativa Namasté – che ha portato a prendere in carico, formare, riqualificare e rendere pienamente occupabili oltre 1.200 giovani (18-29 anni) sia italiani sia extracomunitari. Dopo un anno e mezzo si è conclusa la prima fase, che ha favorito l’inserimento lavorativo di 745 giovani, tra cui 117 donne e 101 immigrati, in pic- cole e medie imprese del settore meccanico lombardo.

«Diverse ricerche internazionali evidenziano che il mercato del lavoro potrebbe offrire buone opportunità occupazionali, ma il gap esistente tra le competenze tecnico-professionali possedute dai candidati e i fabbisogni del mercato del lavoro, è talmente significativo da non consentire un incontro tra questi due mondi. La formazione, intesa come trasferimento di conoscenze teorico-pratiche ma anche come affiancamento costante in ottica di tutoring e di supporto nel consolidamento delle soft skills, può rappresentare la chiave di volta per l’inserimento lavorativo», spiega Cesana.

Così, dopo un’indagine volta a definire i profili professionali richiesti dalle aziende meccaniche e la presenza o carenza delle competenze richieste presso i beneficiari del progetto, sono stati avviati corsi per operatori tecnici addetti alla saldatura, viteria, carpenteria e uso di macchine utensili, installatori e manutentori meccanici, disegnatori cam-cad, riparatori di veicoli a motore, tecnici digitali in ortodonzia, ma anche per addetti in comunicazione, marketing e informatica, fino alla mediazione culturale e linguistica, pre-requisito fondamentale per molti giovani migranti appena giunti in Italia.

«Il progetto Mechanical Employment – aggiunge Guido Nola, senior country officer di J.P.Morgan Italia – si inserisce in un più ampio piano di sviluppo su scala internazionale promosso da JPMorgan Chase Foundation, denominato New Skills at Work, che ha lo scopo di sostenere le persone nell’acquisizione delle competenze necessarie per poter affrontare le sfide del mercato del lavoro». Negli ultimi cinque anni JPMorgan Chase Foundation ha investito 250 milioni di dollari per aiutare a colmare il divario di competenze esistente tra domanda e offerta di lavoro, uno dei fattori che più incide sugli elevati livelli di disoccupazione giovanile.

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