martedì 10 luglio 2012
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​Il Fondo monetario internazionale riconosce gli sforzi compiuti dall'Italia, ma nonostante il forte impegno, molto resta dal fare in un paese ancora vulnerabile al contagio della crisi finanziaria della zona euro. È quanto emerge dal rapporto annuale dello staff del Fondo sull'Italia, noto come 'article IV', in cui Washington conferma le stime negative del Pil e rivede, peggiorandole, anche alcune stime relative a deficit e debito pubblico del paese.I direttori esecutivi elogiano le autorità italiane per aver lanciato un'ambiziosa agenda politica per garantire la sostenibilità finanziaria e promuovere la crescita" si legge nel rapporto, che tuttavia, immediatamente, specifica: "Nondimeno la situazione economica e finanziaria rimane impegnativa, con rischi di peggioramento dell'outlook". Nuove riforme "ampie e strutturali" sono necessarie per innalzare la produttività e la partecipazione."Questo è un processo che deve continuare e deve continuare spedito e con decisione se si vuole che abbia successo" ha commentato il capo missione per l'Italia del Fmi Kenneth Kang nella conference call che ha preceduto la diffusione del rapporto, parlando delle riforme portate avanti dal govenro Monti."Le riforme non si fanno in giorni o settimane, risolvere problemi come la bassa crescita e il debito alto richiede un pò di tempo" ha sottolineato Kang.I piani fiscali di breve termine del governo sono "ambiziosi" e "critici" per la sostenibilità ma, si legge nel rapporto, "di più può essere fatto nel medio termine per rafforzare l'outlook fiscale". "Per sostenere la crescita, la composizione dell'aggiustamento dovrebbe esser ribilanciato maggiormente verso i tagli di spesa e l'abbassamento delle tasse" nota il Fondo.Ma, si avverte, nell'attuale contesto le riforme potrebbero non bastare per assicurare la stabilità finanziaria e il ritorno alla crescita del paese: necessari saranno anche i "progressi a livello europeo nel rafforzamento dell'unione valutaria".Con il rapporto odierno il Fmi rivede la stima sul rapporto deficit/pil di quest'anno per l'Italia, ad un 2,6% dal 2,4% indicato in aprile, in occasione della pubblicazione dell'ultimo World Economic Outlook. Resta confermata la previsione di un deficit all'1,5% nel 2013, anno in cui il bilancio strutturale segnerà un avanzo dello 0,5% dopo molti anni in disavanzo.Ritoccate al rialzo anche le proiezioni sul debito pubblico italiano, visto ora al 125,8% del pil quest'anno (dal 123,4% stimato in aprile) e in aumento al 126,4% il prossimo (da 123,8%).Rimangono invece invariate, rispetto ad aprile, le previsioni sul pil, ma l'Italia ha poco da festeggiare: gli effetti del consolidamento fiscale e della restrizione creditizia e la congiuntura internazionale condannano infatti l'economia del paese ad una contrazione dell'1,9% quest'anno e, ancora, dello 0,3% il prossimo, secondo il Fmi.Nonostante la crescita della domanda dei partner commerciali internazionali, che dovrebbe garantire una moderata espansione dell'export a partire dalla seconda metà del 2012, il Fmi rimanda l'appuntamento dell'Italia con la ripresa italiana all'inizio del 2013, con circa un semestre di ritardo rispetto al resto della regione.Ma il fondo avverte che senza riforme strutturali il potenziale di crescita del paese è destinato a rimanere probabilmente basso nel breve termine. Tali riforme, a quanto si legge nel rapporto, devono essere indirizzate a colmare i "ritardi strutturali" del paese nel garantire un ambiente di business favorevole, nella frammentazione del mercato del lavoro e nella limitata concorrenza nel settore dei servizi. Tutti elementi che, afferma il Fondo, hanno contribuito alla bassa crescita dell'Italia e alla sua perdita di competitività.Sul fronte del mercato del lavoro il Fondo esprime apprezzamento per l'approvazione recente della legge di riforma. Ma, anche qui, l'invito è a fare di più per chiedere il divario esistente etra i lavoratori garantiti e quelli non garantiti, per innalzare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e per arrivare ad una migliore corrispondenza tra produttività e stipendi, attraverso la decentralizzazione della contrattazione salariale.Giudizi positivi anche sulla riforma delle pensioni realizzata dal governo Monti, mentre sulla spending review, il Fondo si dice "impaziente" di vederne gli sviluppi in chiave di riduzione delle uscite del governo e di miglioramento della loro qualità. Ulteriori tagli di spesa sono necessari, ha affermato Kang durante la conference, per poter arrivare ad un abbassamento delle tasse sul lavoro.Il Fmi definisce poi un primo positivo passo il recente piano del governo di cessione di asset pubblici, finalizzato alla riduzione della massa del debito, e sottolinea la necessità di proseguire sulla strada di un ampio piano di privatizzazioni.Non manca infine un capitolo di analisi dedicata al settore bancario, che secondo il Fondo "si affida ancora pesantemente al sostengo finanziario europeo", essendo limitate le sue capacità di accesso al mercato dei finanziamenti.Il Fmi riconosce nel suo rapporto alcuni elementi di forza del comparto in Italia ma sottolinea la necessità che le banche mantengano adeguati margini di capitale e liquidità per rimanere "resilienti" al peggioramento del contesto economico e finanziario.
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