venerdì 7 marzo 2014
I benefici delle aziende che hanno scelto di investire nelle lavoratrici, una decisione che sembra ancora rivoluzionaria in un Paese come l’Italia dove solo il 46,5% delle donne lavora, contro una media europea che sfiora il 60%.
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Produttività, rendimento, sviluppo: questi solo alcuni dei benefici delle aziende che hanno scelto di investire nelle donne, una decisione che sembra ancora rivoluzionaria in un Paese come l’Italia dove solo il 46,5% delle donne lavora, contro una media europea che sfiora il 60%. Di questo e degli altri vantaggi delle aziende con un buon equilibrio di genere si è discusso oggi all’appuntamento Donne on the rise, promosso da Microsoft Italia e Valore D, a cui hanno partecipato Jean-Philippe Courtois, Presidente di Microsoft International, il deputato Alessia Mosca, Claudia Parzani, Presidente di ValoreD e Partner di Linklaters, Paola Cavallero, CEO di Nokia Italia, Gianmario Tondato Da Ruos, CEO di Autogrill e Silvia Candiani, Marketing and Operations Director di Microsoft Italia. La tavola rotonda è stata moderata dalla giornalista Maria Latella.I dati dell’occupazione femminile sono chiari: in Europa l’Italia è fanalino di coda, peggio di noi solo Malta. E le donne che lavorano vedono ancora lontano il traguardo della parità. Come emerge da un’indagione a cura di Microsoft Italia e Valore D, condotta su un campione di un migliaio di uomini e donne, ben l’83% ritiene necessario un sacrificio della propria vita personale per raggiungere importanti risultati professionali ed il 56% ritiene che una donna, a parità di competenze e capacità, incontri maggiori difficoltà nel fare carriera. L’indagine ha anche messo in luce come solamente il 22% degli intervistati sia soddisfatto del proprio lavoro. Una risposta potrebbe essere lo smart working, che grazie alla possibilità di lavorare da remoto e di avere orari flessibili (auspicati dal 40% degli intervistati), permette anche la conciliazione tra lavoro e vita privata.Alla vigilia della giornata internazionale della donna, la tavola rotonda di oggi ha messo in luce da una parte le proposte a livello istituzionale, con il deputato Alessia Mosca, tra i firmatari della nuova legge dedicata allo Smart Working, e dall’altra mostrare realtà, come Microsoft Italia, Nokia, Autogrill, dove le donne riescono ad eccellere senza rinunciare alla propria vita privata. In Microsoft Italia, oltre il 40% del team a diretto riporto dell’Amministratore Delegato è donna, il migliore risultato di tutti i Paesi EMEA in cui Microsoft è presente ed in Microsoft Italia da oltre 5 anni viene portato avanti un modello di lavoro “agile”, apprezzato dal 94% degli uomini e delle donne che compongono l’organizzazione di Microsoft Italia.In Microsoft Italia è donna oltre il 29% dei dipendenti ed il 41% delle figure a diretto riporto dell’Amministratore Delegato: si tratta di un dato estremamente positivo e di gran lunga superiore alla media del settore, che è frutto di un continuo lavoro di ascolto delle esigenze delle persone e di diffusione a tutti i livelli di una cultura del lavoro nuova, trasparente e basata sulla fiducia. La tecnologia già oggi disponibile garantisce inoltre quella flessibilità che permette alle donne di conciliare al meglio lavoro e vita privata: sta poi alle organizzazioni valorizzare il merito e i risultati, creando ambienti in cui le persone – uomini e donne – possano realizzare il loro potenziale” - ha dichiarato Silvia Candiani, direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia.“Ascolto costante, nuova cultura del lavoro e tecnologia rappresentano le premesse imprescindibili per la diffusione di un modo di lavorare ‘più smart’, non più legato al concetto di ‘ufficio’, bensì strettamente connesso ai risultati effettivi che il singolo riesce a portare all’organizzazione” – ha dichiarato Monica Rancati, direttore Risorse Umane per l’area Western Europe di Microsoft -. Ho osservato negli anni come in tutti i mercati in cui siamo presenti, lo Smart Working abbia portato risultati eccellenti in termini di maggiore soddisfazione e  coinvolgimento delle persone, che si traducono a loro volta in maggiore produttività”. “Il nostro Paese, le nostre aziende, le famiglie italiane non possono permettersi di non valorizzare tutti i migliori talenti e non stiamo parlando di un tema di genere, ma di business, di profitto, di risultati, del bisogno di nuove idee  –  ha spiegato Claudia Parzani, presidente di Valore D e Partner di Linklaters. Servono azioni e strumenti per il riconoscimento del talento femminile, per premiare nuovi modelli di leadership, capaci di innovare e includere, capaci di portare equilibrio. L’Associazione – che ieri ha compiuti 5 anni - attraverso i propri associati, società e banche, italiane e internazionali, nonché Istituzioni e Autorità, sta lavorando per portare questo cambiamento e i risultati oggi sono tangibili.
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