giovedì 20 dicembre 2012
Sondaggio: il 16% pensa di lasciare l’Italia. L’esperta: «Cresce la frustrazione La riduzione del potere di acquisto spinge a cercare fortuna altrove» L’Anfn: «Disagio comprensibile».
Voglia di fuga per la giustizia (fiscale) di Francesco Riccardi
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«Più che la crisi poté il fisco» osserverebbe oggi Dante Alighieri per spiegare il fatto che sedici famiglie numerose italiane su cento stanno valutando seriamente la possibilità di trasferirsi all’estero, specie nei Paesi dove la tassazione è più «amica» delle coppie con figli. È quanto emerge da un sondaggio on-line lanciato nei giorni scorsi dall’Associazione nazionale famiglie numerose.Alla domanda: «La fiscalità italiana stenta a riconoscere la famiglia: avete mai pensato di trasferirvi in paesi più sensibili?» il 16,29% dei genitori hanno risposto «Sì e lo farò». Il 15,81% riferisce di non averci mai pensato. I più – esattamente il 67,90% – hanno risposto che sì, quell’idea è balenata almeno una volta nella loro mente, ma che, per diversi motivi, non si muoveranno dall’Italia.Al sondaggio, reperibile sul sito www.famiglienumerose.org, hanno risposto, nel momento in cui scriviamo, 620 nuclei familiari extralarge. Altri potranno farlo fino al giorno di Natale. «Nel contempo – ricorda Regina Florio, curatrice del sito web e del periodico dell’associazione "Test +" – abbiamo chiesto ai nostri soci (sono 14mila gli iscritti ad Anfn in Italia) di condividere con noi le loro considerazioni sul tema proposto dal sondaggio. Ebbene: in molti hanno scritto alla nostra redazione, confidandoci la preoccupazione per il futuro dei loro figli, la frustrazione di fronte ad un fisco che riduce di molto il loro potere di acquisto e la tentazione di cercare fortuna altrove».

«È comprensibile il disagio di tante famiglie italiane per l’eccessivo carico fiscale – commenta Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico dell’Anfn –. Nella vicina Francia, ad esempio, grazie al quoziente familiare, le agevolazioni previste per le famiglie con figli sono molto più alte».

L’osservatorio ha messo a confronto famiglie italiane e francesi con egual numero di figli ed egual reddito disponibile. Ecco qualche simulazione. Una coppia italiana con un figlio e che dispone, grazie al lavoro del capofamiglia, di 25mila euro di reddito, paga all’Erario 3870 euro, 3478 euro in più di quanto versa la coppia francese (che, almeno fino a quest’anno, versava appena 391,59 euro). Una famiglia italiana con due figli e che dispone di 40mila euro di imponibile, versa allo Stato 8234 euro, 7990 euro in più di quella francese (244 euro). Papà e mamma del nostro paese con tre figli a carico e che dichiarano entrate per 50mila euro l’anno, versa all’Erario 11.424,84 euro, 11.119,49 euro in più rispetto ad una famiglia francese con egual reddito ed egual numero di figli.

Una famiglia italiana con quattro figli e che dispone di un reddito di 60mila euro, versa allo Stato 14.805 euro, 14.040 euro in più rispetto a quello che fa una famiglia francese (765 euro).Lo studio è solo indicativo, perché, ad esempio, nel caso delle famiglie italiane, prende in esame solo quelle il cui reddito deriva da un solo stipendio. Non tiene di conto delle addizionali Irpef regionali e comunali.

E, per la tassazione francese, non fa riferimento alla nuova finanziaria «lacrime e sangue» del governo Hollande, ma solo alla situazione fino ad oggi esistente.Se il Parlamento approverà definitivamente i nuovi sconti per famiglie con figli ora contemplati nel disegno di legge di stabilità finanziaria, in Italia le detrazioni di imposta per familiari a carico ammonteranno a circa 12 miliardi di euro. Secondo una stima dell’osservatorio Anfn, per assicurare alle famiglie italiane la stessa tassazione di quelle francesi il Governo italiano dovrebbe mettere in campo altri 19 miliardi di detrazioni.

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