giovedì 17 ottobre 2013
Previsto un calo della pressione fiscale di quasi 2 miliardi nel 2014. Ma pesa l’aumento Iva e c’è l’incognita della nuova Trise, il cui importo non potrà comunque superare quello dell’Imu prima casa.
Fassino (Anci): «Ossigeno ai Comuni. Ma ora lo Stato tagli la spesa»
Tasse sul lavoro, la grande delusione
COMMENTA E CONDIVIDI
«Rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività dell’economia». Questi gli obiettivi della legge di stabilità secondo il governo che punta a un aumento del Pil dell’1% nel 2014 e del 2% negli anni successivi. Il testo della normativa è in fase di redazione ma ieri Palazzo Chigi ha pubblicato sul sito le linee guida, che cifrano in 14,6 miliardi gli sgravi fiscali previsti nel triennio. Sgravi ulteriori potrebbero arrivare dalla spending review, i cui effetti però sarebbero considerati solo dal 2015 in avanti.  «La manovra è ben accolta dai mercati», ha commentato ieri sera il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomannni, sottolineando che c’è un «forte segnale di inversione sugli investimenti» e se è vero che «si poteva fare di più, il Parlamento potrà di certo migliorarla».Per il solo 2014 la legge riduce la pressione del fisco di poco meno di due miliardi. Previsti infatti 3,7 miliardi di tasse in meno nel 2014 (delle quali 2,5 dalla riduzione del cuneo) e 1,9 di maggiorazioni fiscali. Discorso diverso se si allarga lo sguardo all’insieme dei provvedimenti fiscali già varati e in parte ereditati dai governi precedenti. Il più importante è l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% scattato il primo ottobre scorso. Sulle tasche dei cittadini pesa per un miliardo quest’anno ma salirà a quattro miliardi dal prossimo anno in assenza di interventi. Anche per questo Confcommercio valuta che nel 2014 ci saranno oltre 4 miliardi di maggiori imposte sul 2013: tre derivanti dall’incremento Iva e il resto dalle misure già previste dai decreti dei mesi scorsi, come l’aumento delle accise sui carburanti, sugli alcolici e sui tabacchi o l’imposta sulle sigarette elettroniche. Aggravi che andrebbe così a neutralizzare i benefici della legge di stabilità. Un altro punto interrogativo riguarda il passaggio alla Trise, l’imposta che va a sostituire Imu e Tares. Il governo darà ai Comuni un miliardo di euro per permettere di alleggerire il carico sui cittadini, che lo scorso anno pagavano tra i 5 e i 6 miliardi tra prima casa e rifiuti. Ma solo quando gli enti locali avranno fissato le aliquote si potranno calcolare gli effetti reali. Gli importi comunque non potranno superare quelli della vecchia imposta sulla prima casa. In linea di massima si pagherà di meno rispetto al 2012 ma di più rispetto a quest’anno, quando la prima rata Imu è stata abolita e la seconda potrebbe esserlo. Un aggravio ci sarà poi per gli inquilini che, oltre a versare la quota relativa al servizio rifiuti, saranno chiamati a compartecipare alla Tasi, la parte del tributo per i servizi indivisibili, sebbene con una quota minore (10-30%) rispetto ai proprietari.Quali altri effetti avrà la legge di stabilità sulle famiglie? Il taglio del cuneo fiscale darà benefici ai lavoratori dipendenti con un reddito medio-basso. Il meccanismo delle detrazioni va definito dal Parlamento, ma gli sgravi saranno limitati: chi guadagna 15-20mila euro l’anno avrà circa 152 euro in più in busta paga (12 euro al mese) vantaggio che cala al salire del reddito fino ad annullarsi a quota 55mila euro. Qualche sorpresa negativa potrebbe arrivare dal taglio degli sconti fiscali – una miriade di detrazioni, deduzioni e regimi agevolati – dal quale il governo si attende 500 milioni di gettito. Nella legge una clausola di salvaguardia prevede la riduzione dal 19 al 18% di tutte le detrazioni Irpef se la revisione non fosse fatta in tempo. I sacrifici non sono finiti poi per i circa 3 milioni di lavoratori pubblici che anche nel 2014 non avranno il rinnovo del contratto e subiranno il taglio degli straordinari. Altra categoria a rischio i pensionati: quelli che guadagnano oltre 3.000 euro mensili lordi (poco più di 2.000 netti) potrebbero non avere l’adeguamento al costo della vita. Mentre è ancora incerto l’intervento sulle pensioni d’oro, che sarebbero chiamate a versare un contributo di solidarietà oltre i 150mila euro. Restano comunque nel mirino i «paperoni» (pensionati e lavoratori) che dichiarano oltre 300mila euro: prorogata la tassa aggiuntiva del 3%. Restando al tema fiscale notizie positive per le famiglie che vogliono ristrutturare casa. Sono infatti prorogati gli sconti per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. Le detrazioni restano al 50% e al 65% per il 2014 e scenderanno al 40% e al 50% per il successivo biennio.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: