lunedì 28 novembre 2016
È cresciuta anche l'occupazione nel settore: +1,5% dal 2008 al 2015, con una variazione positiva di 96mila nuovi addetti. In alcuni casi sono di difficile reperimento
Alla ricerca di cuochi, pasticcieri, gelatai e baristi
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Cuochi, aiuto cuochi, camerieri, baristi, pasticceri e gelatai artigianali. In tempi di crisi occupazionale per i giovani, il settore food cerca queste figure professionali, per le quali sono pronti molti posti di lavoro. A segnalare il fabbisogno delle imprese di ristorazione e alimentari, è la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio che a Firenze, nel corso della seconda edizione di Food and wine in progress (evento dedicato alle eccellenze della produzione agroalimentare e della ristorazione), ha presentato una sua indagine.

Dall'indagine emerge che la ristorazione è in Italia un settore in ottima salute. Perché se da un lato i consumi alimentari delle
famiglie italiane per i pasti in casa continuano a scendere (hanno perso oltre 12 punti percentuali dal 2007 al 2015), dal 2013 la spesa per il "fuori casa" ha ripreso a salire in maniera via via più marcata. E con essa è cresciuta anche l'occupazione nel settore: +1,5% dal 2008 al 2015, con una variazione positiva di 96mila nuovi addetti che non ha riscontri in nessun altro comparto economico, fatto salvo quello dei servizi. Non solo: con il 72% di dipendenti "under 40", la ristorazione si dimostra un settore ideale per i giovani, spiega Fipe. E lo potrebbe essere ancora di più, visto che ora le imprese fanno fatica a trovare personale qualificato per alcuni profili professionali necessari invece alla loro attività.

In generale, la ristorazione garantisce oggi un lavoro "sicuro": quasi otto lavoratori su dieci (76%) hanno un contratto a tempo
indeterminato, il 18% a tempo determinato e il resto è stagionale. Tra le figure professionali più richieste dalle aziende ci sono cuochi, aiuti cuochi, camerieri, baristi, pasticcerie e gelatai artigianali. In alcuni casi si tratta di personale di difficile reperimento, segno forse che le scuole dovrebbero dialogare di più con le imprese per predisporre percorsi formativi adeguati alle esigenze effettive del mercato.

«Per i giovani sarebbe garanzia di una lavoro certo e per le nostre aziende uno strumento in più per crescere, perché non si raggiunge l'eccellenza con personale poco preparato - sottolinea il vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, Aldo Cursano -. La ristorazione ha bisogno dei giovani e non solo negli ambiti classici della cucina e dalla sala. C'è per esempio da fare un passo avanti nella digitalizzazione delle imprese e nello story telling. I giovani sanno dialogare con il web, con il mondo delle recensioni, sono in grado di far passare all'esterno quei valori e quella qualità che le nostre aziende coltivano al loro interno. È con il linguaggio della contemporaneità che si comunicano i valori della tradizione».





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