martedì 22 gennaio 2013
Secondo il giudice del tribunale romano ci sarebbe un difetto di legittimità. Landini: da altri sindacati un regalo al Lingotto.
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​Il giudice del Tribunale di Roma ha respinto il ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilità annunciate da Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso 31 ottobre, e sulle quali non si è trovato un accordo tra azienda e sindacati. Il giudice ha emesso la sentenza questa mattina. Lo si apprende da fonti Fiom.RICORSO RESPINTO PER DIFETTO LEGITTIMITÀC'é un difetto "di legittimazione attiva degli intervenienti", nel ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilità annunciate da Fabbrica Italia lo scorso 31 ottobre, e rigettato dal giudice del lavoro del Tribunale di Roma. Nella sentenza, il giudice Elena Boghetich, infatti, sottolinea che "la valutazione del pregiudizio richiede che il momento perfezionativo dell'atto sia compiuto". Nel documento il giudice sottolinea anche che il "solo elemento temporale" dedotto dalla Fiom, "non appare integrare gli elementi necessari per qualificare l'avvio del procedimento per il licenziamento collettivo come ritorsione, cioé come comportamento pregiudizievole volto a punire le persone lese dalla discriminazione o qualunque altra persona".LANDINI: SENTENZA È REGALO ALTRI SINDACATI  "Gli altri sindacati hanno fatto un regalo insperato alla Fiat e ora dovranno spiegare ai 2.000 lavoratori che ciò che è stato firmato due anni fa non vale più". È il commento del segretario della Fiom Maurizio Landini sulla sentenza del Tribunale di Roma che ha respinto il ricorso contro le 19 procedure di mobilità annunciate da Fabbrica Italia a Pomigliano. Secondo Landini, infatti, la decisione del Tribunale è dovuta "al fatto che due giorni prima gli altri sindacati, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, hanno firmato a Pomigliano un verbale che riconosce che ci sono più di 2000 esuberi". Quindi, ha spiegato a margine dell'assemblea degli attivi Fiom dell'Emilia-Romagna a Bologna, "questo atto ha permesso al tribunale di riconoscere oggettivamente che l'azienda può aprire la procedura di mobilità". Ma per Landini la sentenza non è totalmente negativa: "Il tribunale - ha spiegato infatti il leader metalmeccanico - riconferma però che esiste una discriminazione quando dice che i 19 lavoratori della Fiom che sono rientrati al lavoro non possono essere licenziati". Dunque, ha concluso, "io credo che il problema non sia la sentenza, il problema sono le altre organizzazioni sindacali che hanno firmato a Pomigliano quel verbale, modificando gli accordi di due anni fa che impegnavano l'azienda a far rientrare tutti i lavoratori e riconoscendo che ci sono degli esuberi".
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