venerdì 23 maggio 2014
Accordo da 2,1 miliardi tra il gruppo cantieristico e Msc firmato a Palazzo Chigi davanti al premier Renzi e ai vertici di Cassa depositi e Prestiti, Gorno Tempini e Bassanini.
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Si chiama Seaside ed è un nuovo prototipo di nave. La più grande mai realizzata da Fincantieri. C’è anche questa opzione nella maxi-commessa da 2,1 miliardi ottenuta dal gruppo cantieristico nell’accordo siglato con Msc Crociere per la costruzione di due navi. Il valore della commessa arriva a 2,3 miliardi se si aggiungono i 200 milioni per l'allungamento di quattro navi che verrà effettuato alla Fincantieri di Palermo. Una operazione che genererà, con l’indotto, "un giro economico di otto miliardi di euro, mezzo punto di Pil", hanno evidenziato il ceo di Fincantieri Giuseppe Bono, l'executive chairman di Msc Crociere Pierfrancesco Vago e il ceo di Msc Crociere Gianni Onorato. Non è un caso dunque, vista la portata della ricaduta sul sistema economico e industriale, che la firma dell’intesa sia stata formalizzata ieri a Palazzo Chigi, davanti al premier Matteo Renzi e ai vertici di Cassa depositi e Prestiti, Gorno Tempini e Bassanini. Le due nuove navi prevedono un investimento di 700 milioni di euro ciascuna e saranno finanziate con il sostegno assicurativo di Sace. La consegna all'armatore Gianluigi Aponte avverrà in due momenti diversi: la prima a novembre 2017 e la seconda a maggio 2018. Lunghe 323 metri, larghe 41 e alte 70, le nuove unità avranno una stazza lorda di 154mila tonnellate, potranno ospitare quasi 5.200 passeggeri più 1.413 membri dell'equipaggio e saranno dotate di 2.070 cabine per gli ospiti, 759 per lo staff di bordo e 43.500 mq di aree pubbliche a disposizione. "Con questa commessa il gruppo Msc, che già conta 10mila dipendenti italiani, ribadisce la centralità dell'Italia nelle sue strategie di sviluppo", ha assicurato Vago. "Spero – ha rilanciato Bono – che nel 2015 avremo la piena occupazione di tutti i cantieri. È fondamentale per Fincantieri e per il Paese". A dare l’idea dell’importanza dell’accordo è lo stesso premier, Matteo Renzi: "È la quarta firma degli ultimi giorni, con oltre 1.000 posti di lavoro salvati, è il segno che l'Italia riparte davvero. Noi scommettiamo sull'economia reale e sul manifatturiero".Il Paese e l’impresa, dunque. Sicuramente per Fincantieri – che si prepara a lanciare l'Ipo a fine giugno per la quotazione, secondo il piano di privatizzazione lanciato dal governo con la collocazione del 40% del capitale azionario – si tratta di un momento decisivo, dopo la crisi e il piano di riorganizzazione ormai quasi completato. Un'impresa italiana all'avanguardia e tecnologica che ha cercato di resistere nei mari tempestosi della crisi: nella cantieristica navale, negli ultimi cinque anni (quinquennio 2008-2012) mediamente il volume di ordini emesso a livello mondiale si è attestato infatti a 32 milioni di tonnellate di stazza lorda, contro una capacità produttiva stimata intorno ai 60-70 milioni. Praticamente "solo il 50% della capacità produttiva è oggi utilizzata", non ha mancato in più occasioni di sottolineare Bono. Ma, nonostante la crisi, l'Italia della cantieristica resta leader mondiale nella costruzione di navi da crociera. E nel 2013 tutto il settore ha visto segni di ripresa: la domanda di nuove navi è più che raddoppiata, superando i 50 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata, contro i 24,7 milioni del 2012. "La cantieristica europea e quella italiana hanno ancora una volta dimostrato di saper reagire alle crisi, adattandosi con pragmatismo ed efficacia alla crescente globalizzazione e complessità del contesto competitivo, ma per il futuro – ha detto il presidente di Assonave, Vincenzo Petrone – è indispensabile poter fare affidamento su un rilancio dell'economia del mare quale elemento portante e trasversale per la crescita e l'occupazione nel nostro Paese attraverso la creazione di specifici riferimenti istituzionali e la definizione di una Politica marittima nazionale in grado di valorizzare il ruolo del settore; ma anche un più concreto supporto delle istituzioni per favorire l'implementazione della strategia Europea 2020 e del cosiddetto industrial compact".
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