venerdì 2 luglio 2010
L'amministratore delegato del Lingotto apprezza il comportamento tenuto dai rappresentanti sindacali dei metalmeccanici statunitensi. E in un'intervista al Wall Street Journal lancia anche un serio avvertimento: non confondiamo i primi segnali di ripresa economica, con la nascita di un solido modello di business, che invece deve essere l'obiettivo.
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Negli States il sindacato ha capito: il momento del mercato, la strategia del gruppo, la necessità di essere leader. Non ci gira intorno Sergio Marchionne nell'apprezzare il comportamento tenuto dal Uaw, lo United Auto Worker, il sindacato dei metalmeccanici Usa, in questo anno o poco più di confronto con l'ad della Fiat. Che in un'intervista al Wall Street Journal lancia anche un serio avvertimento: non confondiamo i primi segnali di ripresa economica, con la nascita di un solido modello di business, che invece deve essere l'obiettivo.«I leader del Uaw - ha detto Marchionne - hanno capito completamente la nostra situazione. Staremo bene insieme fino a quando saremo d'accordo sulla necessità di essere l'impresa più competitiva». Per questo - assicura il top manager italo-canadese - «finchè non si dimostrerà sbagliato, continueremo a lavorare con loro».Marchionne commenta anche l'attuale situazione dei mercati e dell'economia mondiale. E lo fa chiamando in causa nientemeno che Marx. «Chiedendo scusa a Karl Marx - dice infatti -, ma la ripresa economica è l'oppio delle industrie che non funzionano», mentre ora «il grande pericolo è quello di ricadere ancora una volta in un errore e confondere una ripresa economica con un più solido modello di business».«Nell'industria dell'auto - spiega - siamo come alcolisti: quando non abbiamo accesso alla bottiglia guardiamo. Poi torniamo a esagerare con l'incompetenza manageriale, l'intransigenza sul lavoro e altre abitudini distruttive. Poi torniamo a secco di nuovo. È una situazione orribile. La chiave - secondo Marchionne - è quella di continuare sulla strada della disciplina, dell'umiltà e del rigore quando tornano i tempi di boom economico. Questo - conclude - è il test della nostra capacità di sopravvivere».
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