martedì 5 maggio 2009
Klaus Franz, leader del consiglio sindacale della casa automobilistica tedesca, attacca: «Tagli consistenti sul personale, il progetto non convince affatto». E smentisce Marchionne, che su Bild aveva rassicurato i lavoratori della Opel.
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    La Fiat rilancia e punta al Sud America: dopo il successo americano, e mentre è in trattative per Opel, il Lingotto potrebbe presto rafforzarsi anche nei paesi latinoamericani. E dopo la trasferta berlinese, l'ad Sergio Marchionne in un'intervista a "Bild" tenta di rassicurare i sindacati tedeschi: "Non vogliamo chiudere nemmeno una delle fabbriche in Germania - ha detto - ho bisogno di questi impianti per fabbricare un numero sufficiente di automobili nel futuro. Ma, naturalmente, dovremo ridurre il personale. Questo non può evitarlo nessuno". La protesta dei sindacati. Tagli che, secondo Klaus Franz, leader del consiglio sindacale della casa automobilistica tedesca e membro del consiglio di supervisione della compagnia, sarebbero invece consistenti e riguarderebbero 9-10 mila posti di lavoro. "Il progetto di finanziamento non mi convince affatto, sta rischiando tutto - ha dichiarato Franz – vuole costruire una casa automobilistica globale con i soldi dei contribuenti tedeschi e americani". Franz prevede inoltre un forte ridimensionamento di Opel, in quanto, a suo parere, a Marchionne interessa soprattutto avere accesso alle tecnologie General Motors per le vetture compatte e a media cilindrata. Le condizioni poste da Berlino. Secondo il Financial Times, sono 14 le condizioni poste dal governo tedesco a chi vuole acquistare Opel: tra queste ci sarebbe il mantenimento della sede in Germania, garanzie circa la solidità del piano finanziario e la nazione nella quale pagare le tasse. In particolare, sarebbe stato Frank-Walter Steinmeier, vice cancelliere, a comunicare tali condizioni. La strategia di Fiat di costruire un gruppo europeo dell'auto con Chrysler e Opel, prosegue il Financial Times, "ha incontrato i primi ostacoli". Le altre acquirenti in corsa. Fiat, in ogni caso, ha fatto sapere che, per quanto riguarda il mantenimento del quartier generale in Germania, la decisione è ancora "prematura" aggiungendo tuttavia che "Opel è una società tedesca e per questo è opportuno che la sede sia in Germania". Al di là di ciò, sempre secondo il quotidiano britannico, il gruppo torinese resta in pole position per l'acquisizione di Opel. In corsa, insieme al Lingotto ci sarebbero altri 6 pretendenti tra cui il gruppo canadese Magna, un fondo sovrano di Abu Dhabi, uno di Singapore e tre gruppi di private equity. Ad ogni modo, la decisione sull'acquirente di Opel potrebbe essere presa entro maggio, ha spiegato il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, alla tv pubblica tedesca 'Zdf'.
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