martedì 25 settembre 2012
Marchionne: «L'azienda è in forma». Ieri nuovo scontro con Della Valle. Nel pomeriggio tavolo al ministero del Lavoro. Angeletti (Uil): «Rituale e patetico incontro con governo».
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​Cambia look e si presenta dagli industriali torinesi senza barba, ma è sempre il solito Sergio Marchionne, grintoso e senza peli sulla lingua, numeri e slides a sostegno delle parole. Conferma l'impegno della Fiat per il Paese, parla di "un'azienda sana e in ottima forma" e ribadisce che il 2012 chiuderà con ricavi superiori ai 77 miliardi e l'utile più alto della storia, fra 3,8 e 4,5 miliardi. E se al governo chiede di "fare la sua parte per rimuovere quelle zavorre che stanno ancorando il nostro Paese al passato", continua nel suo botta e risposta a distanza con Diego Della Valle. Il patron della Tod's definisce i vertici del Lingotto "degli improvvisati" e dice che la Fiat è stata colta "con le mani nella marmellata perché se ne voleva andare, con gli uffici stampa che lavorano più degli uffici progettazione". Replica Marchionne: "Non parliamo di gente che fa borse, io faccio vetture. Quanto lui investe in un anno in ricerca e sviluppo, noi non ci facciamo nemmeno una parte di un parafango. La smetta di rompere le scatole". Nella polemica interviene il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo che invita "a un confronto serio, non fatto di polemiche e di battute". Marchionne non risparmia nessuno. Avverte la Volkswagen che l'Alfa non si tocca e parla di "spacconate tedesche", mentre e della leader della Cgil, Susanna Camusso, dice "Parla molto di diritti e poco di doveri". Non risparmia la Consob che accusa di avere fatto un pressing esasperante sul piano Fabbrica Italia, ma la commissione ribatte "abbiamo fatto solo il nostro lavoro". "Il governo non si è impegnato a dare aiuti finanziari alla Fiat ma a salvaguardare la Fiat in Italia e il suo patrimonio di ricerca", afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti che invita a guardare all'esito dell'incontro "come una grande scommessa". Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, non approva "la riduzione degli investimenti in attesa di tempi migliori", mentre il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, spiega che "bisogna lavorare insieme per fare in modo che la capacità produttiva in eccesso venga indirizzata magari verso produzioni destinate alle esportazioni senza perdita di posti di lavoro". Oggi Passera e Fornero vedranno i sindacati, scettici sull'utilità dell'incontro e in attesa di un confronto diretto che l'ad Fiat promette al leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Marchionne, che dice di essere soddisfatto dell'esito dell'incontro di Palazzo Chigi, confessa: "Negli ultimi otto anni e mezzo ho cercato costantemente di coinvolgere un partner nelle nostre attività in Italia. Non ho avuto successo. Dichiaro il mio completo fallimento. Non c'é nessuno che voglia accollarsi anche una sola delle zavorre italiane. Vorrei essere chiaro su un punto. Non sono i lavoratori, non è la nostra gente il problema. Il sistema lo è. A volte mi pare che fare business in questo Paese sia una fatica di Sisifo". Il manager Fiat ce l'ha con chi pensa che l'arrivo di un produttore straniero possa salvare il Paese: "E' la più grande pirlata che abbia mai sentito in vita mia". Le parole di Marchionne continuano a non convincere la Fiom che parla di "strategia non credibile", mentre la Lega Nord avverte che si opporrà "ad incentivi ad hoc per la Fiat". Secondo il Wall Street Journal, Sergio Marchionne rilancerà l'Alfa Romeo negli Stati Uniti nel 2014 e non nella seconda metà del 2012 come previsto, a causa delle difficoltà del settore in Europa.
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