venerdì 2 agosto 2013
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L'incontro tra Fiom e Fiat si è risolto in un muro contro muro, con il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, che ha accusato l'azienda di non voler rispettare una sentenza della Corte Costituzionale e la Fiat che invece afferma che lo farà. "L'incontro è andato male, la Fiat non vuole applicare la sentenza (della Consulta) e ci ha chiesto un riconoscimento preventivo del contratto di gruppo firmato dalle altre sigle", ha detto Landini al termine del confronto di circa due ore col responsabile delle Relazioni industriali del gruppo torinese, Pietro de Biasi.Il rappresentante dell'azienda, ha aggiunto Landini, "non è stato disponibile a fissare nessun altro incontro"."Come spesso gli succede, il segretario della Fiom... strumentalizza a suo piacimento quanto è stato detto nel corso dell'incontro tra l'Azienda e la sua organizzazione sindacale", ha detto la Fiat in un comunicato seguito alle dichiarazioni del sindacalista."La Fiat nella riunione di oggi ha chiaramente detto che rispetterà la sentenza della Corte costituzionale la cui applicazione non può che essere di competenza dei giudici di merito, non certamente di Landini". Le altre sigle sindacali - Fim, Fismic, Ugl, Uilm e i rappresentanti dei quadri - ricevute nella mattinata da Fiat hanno ottenuto per settembre un nuovo incontro per avviare la trattativa sul rinnovo del contratto e ottenere il rispetto degli impegni sugli investimenti da parte della casa di Torino.Giuseppe Farina, della Fim, e Rocco Palombella al termine dell'incontro hanno detto che l'azienda ha dato rassicurazioni "sulla politica degli investimenti, ma che non ha voluto fare date vista la situazione di mercato".A inizio luglio la Corte Costituzionale ha stabilito che l'esclusione dei sindacati che non sottoscrivono gli accordi aziendali dalla rappresentanza e dai benefici previsti dallo Statuto dei lavoratori, viola alcuni articoli della Costituzione. E ha sentenziato che per ottenere i benefici previsti dalla legge 300 del 1970 sia sufficiente che un sindacato partecipi alle trattative per la firma di un contratto anche senza sottoscriverlo. La sentenza ha provocato una dura reazione da parte di Fiat anche perchè la Consulta ha compiuto un cambio di interpretazione rispetto a precedenti decisioni sulla materia.Landini ha detto che adesso c'è bisogno "di un intervento del governo che spinga l'azienda a far applicare la sentenza: non è un problema di Fiom, ma di democrazia". Il capo della Fiom ha detto inoltre che "da parte di Fiat non è venuto un invito a firmare l'accordo che ci ha tolto i diritti, ma che l'azienda ha chiesto una semplice disponibilità a riconoscerlo, che secondo noi è anche peggio". "Le dichiarazioni del segretario della Fiom di oggi sono la testimonianza che è impossibile tenere rapporti normali con la sua organizzazione che peraltro non tiene alcun conto della posizione degli altri sindacati che rappresentano la maggioranza dei lavoratori della Fiat", ha ribattuto l'azienda.
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