sabato 16 maggio 2009
Migliaia di persone, 10mila secondo i sindacati, hanno partecipato oggi alla manifestazione dei metalmeccanici per esprimere la preoccupazione dei lavoratori per l'occupazione alla Fiat. «Vogliamo un tavolo di confronto urgente che ci tuteli», hanno detto i leader degli operai. Tensioni sul palco per il comizio finale.
COMMENTA E CONDIVIDI
Forse è stato soltanto un tafferuglio, quello di questa mattina, ma è apparso comeuna importante spia del malessere che attraversa il pianeta Fiat e che rischia di mettere le fabbriche dell'auto e dell'indotto in una drammatica competizione in attesa del responso del top manager Fiat, Sergio Marchionne sulla riorganizzazione del dopo Opel. La contestazione degli autonomi dello Slai-Cobas ha macchiato la manifestazione dei lavoratori del gruppo Fiat e dell'indotto auto che si è svolta oggi a Torino, con un corteo a cui hanno partecipato almeno 5000 persone (diecimila secondo i sindacati), avviatosi dalla porta 5 della palazzina Uffici di Mirafiori per concludersi davanti al quartier generale del Lingotto. Prima ad essere fischiato e strattonato sul palco è stato il segretario della Fim Giuseppe Farina, a cui è stato anche tolto il microfono. Poi è stata la volta del segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini, malmenato mentre stava cominciando il suo comizio finale, tanto da scivolare dal furgone-palco allestito in via Nizza. Fortuantamente la presenza dei manifestanti accanto al mezzo ha impedito che il leader sindacale cadesse a terra. Infine il segretario della Uilm torinese Maurizio Peverati, che è stato addirittura colpito in testa con la fibbia di una cinghia. A guidare la protesta una cinquantina di iscritti allo Slai - Cobas del centro logistico di Nola, nel quale gli autonomi rappresentano l'80% dei lavoratori impiegati, che contestano l'accordo sindacale dello scorso anno che ha trasferito 316 dipendenti dallo stabilimento di Pomigliano al centro logistico destinato ad un'azienda terza, la Ceva, che non è mai decollato. "Siamo in parcheggio, in un reparto confino" commenta Ciro Nacarlo, uno dei contestatori, che hanno poi ottenuto di poter intervenire. La tensione comunque è rientrata dopo una quindicina di minuti e Rinaldini ha svolto il suo comizio conclusivo all'insegna della solidarietà tra lavoratori ma sottolineando che "se la Fiat intende chiudere qualche stabilimento si assume la responsabilità sociale di far crescere la tensione".Bonanni: «Squadrismo organizzato». "Le contestazioni al Segretario Generale della Fim, Farina e subito dopo l'aggressione subita da quello della Fiom, Rinaldini oggi a Torino nel corso della manifestazione sindacale, sono un fatto grave che deve farci riflettere tutti". È quanto dichiara in una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Voglio esprimere la solidarietà della Cisl e mia personale sia a Farina, sia a Rinaldini per l'ignobile episodio di Torino. Non ci possono essere giustificazioni in questi casi. Era da tanto tempo che non accadevano questi gesti violenti nel corso di una manifestazione sindacale. L'esasperazione e le legittime preoccupazioni dei lavoratori per i rischi occupazionali non possono degenerare in episodi di vero e proprio squadrismo organizzato. Queste frange violente non c'entrano niente nè con il sindacato, né fanno gli interessi dei lavoratori.  Purtroppo c'è chi sta soffiando sul fuoco della crisi per esasperare i toni. Per questo spero che tutto il movimento sindacale sappia respingere queste intimidazioni e rispondere unito con senso di responsabilità e coesione, come ha sempre fatto nel corso della storia democratica e libera del nostro paese".La manifestazione. La manifestazione fino a quel momento era filata via liscia. Un treno speciale da Napoli, 58 pulmann giunti da molte regioni. Un'unica parola d'ordine a percorrere il corteo dalla testa alla coda: il governo deve intervenire in modo diretto per rendere possibile il mantenimento dei posti di lavoro in Italia. Finora non èstato fatto abbastanza, è stato sottolineato, malgrado gli incentivi, e le assicurazioni di Marchionne che ancora ieri alla Fiera Del Libro ha detto che farà di tutto per salvaguardare l'occupazione in Italia, non tranquillizzano gli operai.Serpeggia tra i lavoratori e soprattutto quelli degli stabilimenti del sud la una forte preoccupazione per una riorganizzazione inevitabile e che, si pensa, possa portare anche alla chiusura di Termini Imerese se non di Pomigliano. "Non lo permetteremo", assicura Francesco Cirlincione operaio della Lear di Termini imerese. Giorgio Airaudo segretario torinese dell Fiom sottolinea che ora bisognafissare un appuntamento con il governo e la Fiat e che "l'esecutivo come ha salvato le banche e le imprese deve salvare i posti di lavoro". Eros Panigali responsabile auto della Uilm, osserva che il tavolo deve essere di confronto e non solo informativo. "Non ci sta bene - sottolinea Giuseppe Farina , segretario generale della Fim-cisl - che Fiat parli con tutti i governi e con tutti i sindacati tranne che con noi. Non lasceremo morire i nostri impianti e la speranza di un futuro per inostri figli. L'auto e il suo indotto rappresentano più di un decimo del Pil, e la ricchezza del paese".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: