venerdì 22 maggio 2009
Marchionne: non chiuderemo impianti, riduzione della capacità del 20%. Scajola: ora un tavolo. I sindacati pronti allo scontro. Ma la proposta del Lingotto è stata accolta freddamente dalla stampa tedesca, secondo la quale Gm preferirebbe Magna visti i presunti esuberi (18mila) previsti dal piano di Torino.
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«I tempi non saranno lunghi». L’affare Opel, secondo Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat, si risolverà presto. Ed è fiducioso: «Credo che il know-how e le proposte di Fiat siano di forte interesse». Quanto alle fabbriche italiane, «bisogna prima vedere cosa succede, si deve discutere a bocce ferme». Ieri il Lingotto, all’indomani della presentazione del piano per il marchio tedesco e Vauxhall, ha giocato al rilancio, dimostrando di essere determinata nella realizzazione di un colosso mondiale dell’auto. In una nota ha annunciato che Intesa Sanpaolo, Unicredit e Goldman Sachs sono stati scelti come global coordinator e forniranno consulenza e supporto per tutte le operazioni che si renderanno necessarie per realizzare una NewCo che raggrupperà le attività automobilistiche del gruppo. «Il consolidato rapporto con queste banche, che ci hanno accompagnato e hanno attivamente contribuito al rilancio di Fiat degli ultimi anni, ci dà la tranquillità e la fiducia necessarie per intraprendere questo progetto», ha commentato l’a.d. Sergio Marchionne che si è detto fiducioso sulla vicenda Opel. Il top manager intervistato da Der Spiegel, ha fornito alcuni dettagli del «Lingotto-pensiero»: la capacità degli impianti di General Motors in Europa e di Fiat post integrazione «dovrà essere ridotta del 20%, qualora l’offerta del Lingotto andasse in porto», ma ha assicurato che «non sarà chiuso nessun impianto in Germania». Secondo quanto riporta Automotive News, Fiat avrebbe presentato due offerte, differenziate dal fatto che una comprende anche un piano di acquisto per le attività sudamericane di Gm. L’altra controllata europea di Gm, la Saab, sarebbe invece oggetto di una trattativa separata.Ottimista sull’esito della vicenda, il ministro per Sviluppo economico, Claudio Scajola: «mi pare sia il piano industriale più serio e con più chance», annunciando la convocazione nei prossimi giorni di un tavolo con l’azienda torinese, i sindacati e le regioni per discutere della situazione italiana. Ma le sigle dei lavoratori, sono sempre sul piede di guerra. Il segretario della Cgil, Epifani, è stato categorico: «Non faremo sconti a nessuno».Adesso non rimane che aspettare gli sviluppi. La partita per Opel si gioca nell’asse Berlino-Detroit. Angela Merkel ha convocato per oggi una riunione dei ministri interessati per esaminare le proposte di acquisizione della Opel. Il ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), presenterà già lunedì una prima valutazione dei piani. La proposta di Fiat è stata accolta freddamente dalla stampa tedesca, secondo la quale Gm preferirebbe Magna: secondo indiscrezioni, il piano Fiat prevederebbe maggiori esuberi (18mila contro i 10mila di Magna e Ripplewood) e il livello più alto di garanzie pubbliche sul debito (7 miliardi di euro contro i 5 miliardi degli altri). Ma un portavoce del ministero dell’Economia ha ribadito il governo di Berlino non ha al momento alcuna preferenza, sottolineando che il destino di Opel verrà in ogni caso deciso a Detroit: «Questa decisione spetta solo a General Motors». Per il commissario Ue per l’industria Guenther Verheugen, «non bisogna fare i conti senza l’oste e in questo caso l’oste si trova in America».
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