venerdì 10 aprile 2009
La delegazione sindacale della sede Fiat del Belgio, che con un gruppo di lavoratori aveva attuato una protesta con presidio, nel pomeriggio ha lasciato l'edificio. Ieri erano stati trattenuti per ore tre manager. La Fiat si è rifiutata di trattare: violate le regole del vivere civile.
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La delegazione sindacale della sede Fiat del Belgio, che con un gruppo di lavoratori aveva attuato una protesta con presidio, nel pomeriggio ha lasciato l'edificio. Lo ha riferito uno dei rappresentanti sindacali, Emanuele Agostini, della Fgtb, spiegando che la decisione è stata presa dopo aver visto uscire alcuni dirigenti, accompagnati dal legale dell'azienda, Eddy Carlier, che ha consegnato loro una lettera con la richiesta di lasciare l'immobile. Ma ai sindacalisti è stato nuovamente rifiutato un confronto e non sono state date spiegazioni, ha aggiunto Agostini.Tra i dirigenti non c'era l'amministratore delegato Martin Rada al quale la delegazione sindacale aveva chiesto stamani un incontro, ritenendo che fosse nella sede. C'era invece l'amministratore delegato della concessionaria, l'Italian Automotive Center, Bart Burnal.I lavoratori, che si oppongono al taglio di 24 posti di lavoro su 90, sperano ora nella mediazione del ministero belga del lavoro per la convocazione di un tavolo di trattative la prossima settimana.Due giorni di tensione. Secondo giorno di tensione alla Fiat di Bruxelles. Una trentina di sindacalisti e dipendenti di uno dei centri vendite nella città belga ha presidiato per tutto il giorno il quartier generale dell'azienda, occupando uffici dell'amministratore delegato Martin Rada: chiedono di essere ricevuti dal management. Ieri nel centro vendite, in un edificio di fronte agli uffici, erano stati trattenuti in una stanza, per ore, tre manager, un italiano e due belgi, nell'ambito di una trattativa per 24 esuberi su un totale di 90 lavoratori. L'azienda ha stigmatizzato le iniziative: "Sono state - afferma - violate le norme del vivere civile. La Fiat esclude per il futuro la possibilità di tenere rapporti con organizzazioni sindacali che avallino simili forme di protesta".La Fiat "non accetterà più questi comportamenti e si riserva - si legge in una nota - di promuovere le eventuali azioni legali a tutela dei propri rappresentanti. Il rispetto delle regole nel confronto al tavolo della trattativa - dice ancora la Fiat - resta un importante elemento di garanzia dei corretti tra azienda, sindacato e dipendenti a cui Fiat non intende rinunciare".Secca la replica di Abel Gonzales, sindacalista del Fgtb: "La reazione della Fiat - dice - è scandalosa. E saremmo noi i terroristi? Loro mettono la gente in cassa integrazione e questo non è prendere in ostaggio la gente?".  I sindacati chiedono che al tavolo della trattativa possa partecipare un mediatore del governo belga e un rappresentante della Fiat giunto dall'Italia.
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