Stesso gruppo (Exor) ma strade opposte per Fca e Ferrari. Mentre Fiat Chrysler Automobiles ha richiesto una linea di prestito per 6,3 miliardi di euro garantita dallo Stato italiano – mossa che ha scatenato una bufera politica, con tanto di scontro all’interno delle forze di maggioranza – Ferrari ha scelto di affidarsi al mercato. L’azienda del Cavallino Rampante, controllata sempre dalla Exor degli Agnelli e anch’essa con sede in Olanda, ha lanciato un’emissione obbligazionaria non garantita subordinatamente alle condizioni di mercato. Il bond avrà pari rango rispetto a tutti gli altri titoli non garantiti e non subordinati di Ferrari. Il ricavato dell’offerta, spiega una nota della casa automobilistica, verrà utilizzato per le «generali esigenze» del gruppo. La domanda è partita a gonfie vele per il bond di Ferrari. L’emissione, che è passata da 500 milioni a 650 milioni, ha raccolto ordini per oltre i 3,3 miliardi di euro. Quanto alla liquidità richiesta da Fca, invece, intervenendo all’assemblea degli azionisti di Exor, il presidente e Ad John Elkann ha chiarito che «il prestito chiesto è disegnato per aiutare il settore auto in Italia». «Intesa Sanpaolo ci sta lavorando – ha aggiunto – abbiamo colloqui in corso». Se Fca non pagherà la cedola ordinaria, a proposito del divi- dendo straordinario da 5,5 miliardi previsto dall’intesa per la fusione con Psa Elkann è netto: «I termini dell’accordo sono scritti nella pietra e vincolati».
Del resto, il numero di Exor mette un punto ai dubbi sul possibile rallentamento del matrimonio tra Fca e Psa. «I lavori per il progetto di fusione stanno proseguendo secondo i piani e nei tempi previsti. La ragione strategica di questa combinazione delle due società e dei loro dipendenti è più forte che mai». C’è fiducia sul futuro dell’industria automobilistica, nonostante gli effetti pesantissimi del Coronavirus: «L’emergenza Covid non ha certo reso le cose più facili per l’industria dell’auto, ma forse ne ha reso alcune più chiare. Siamo all’inizio di una nuova era di innovazione in questo settore, dovuto alla tripla rivoluzione dell’auto connessa, pulita e autonoma: le imprese e i Paesi che agiranno con più decisione per cogliere le opportunità di questa rivoluzione saranno quelle che avranno successo». L’intera galassia Exor, per Elkann, deve guardare avanti con ottimismo: «Attraverso gli anni e le generazioni, abbiamo attraversato molte crisi, tutte diverse, e ne siamo sempre usciti più forti proprio grazie a queste esperienze».
In generale, il governo annuncia di voler supportare il comparto auto: «Abbiamo l’intenzione di garantire l’impegno per la salvaguardia dei livelli occupazionali – sostiene la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo –. Era già stato attivato un tavolo sull’automotive. Le riunioni riprenderanno, ad ogni modo manifesto la mia piena disponibilità ad approfondire in quel tavolo con il Mise e le parti sociali anche i rilevanti temi della transizione ecologica della mobilità, delle necessarie riconversioni industriali e dell’eventuale intervento pubblico in tal senso al fine di trovare le soluzioni più adeguate per il rilancio del settore».