venerdì 24 novembre 2017
Crescita al +2,4%. Si consolidano le esportazioni (+6,4%). Un cortometraggio per sensibilizzare studenti, genitori, docenti e imprese all'alternanza scuola-lavoro
Meno cassa integrazione e più occupati nei prossimi sei mesi
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Si è svolta oggi a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 144esima edizione. I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, presentati da Angelo Megaro, direttore del Centro studi di Federmeccanica, confermano per il settore il proseguimento della fase espansiva iniziata a partire dall’ultimo trimestre del 2014, in linea con la positiva evoluzione del quadro economico generale. Tale andamento, che sulla base dei dati previsivi dovrebbe proseguire anche nella parte finale dell’anno in corso, trae origine dalla positiva dinamica dei consumi interni e dal rafforzamento della componente estera della domanda. Nel terzo trimestre dell’anno in corso, infatti, i volumi di produzione settoriale sono cresciuti del 2,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente e dell’1,9% nel confronto con il secondo trimestre. Complessivamente nei primi nove mesi dell’anno la produzione metalmeccanica è cresciuta del 2,3% rispetto all’analogo periodo del 2016 grazie al buon andamento connesso alle attività di fabbricazione di prodotti in metallo (+4,0%), di macchine e apparecchi meccanici (+2,1%), di autoveicoli (7,0%) e di altri mezzi di trasporto (+2,2%), mentre ha evidenziato risultati negativi la produzione di macchine e apparecchi elettrici (-2,2%).

«Nonostante il proseguimento della fase espansiva - ha commentato Fabio Astori, vice presidente di Federmeccanica – i ritmi di crescita dell’attività produttiva stentano a decollare, confermandosi inferiori a quelli dei principali paesi europei e più bassi di circa 24 punti percentuali rispetto a quanto si realizzava nella fase pre-recessiva. Abbiamo bisogno che la stagione delle riforme non si fermi, anzi rafforzi gli interventi mirati a favorire gli investimenti in tecnologia e la ripresa occupazionale. Le nostre imprese sostengono l’economia del Paese, rappresentando tra l’altro l’8% del Pil e il 50% dell’export nazionale, ma sono ancora gravate da pesanti macigni che inevitabilmente rallentano l’andatura. È imperativo quindi, ad esempio, alleggerire il carico fiscale, il costo del lavoro e la burocrazia, quantomeno al livello degli altri Paesi. Sono stati fatti alcuni passi che da soli però non bastano per rendere realmente competitivi tutti i nostri settori. La strada intrapresa è giusta e ci auguriamo che per nessun motivo ci siano interruzioni o pause ma anzi vengano messe in campo ulteriori azioni per dare slancio alla timida ripresa in atto».

Nei primi otto mesi dell’anno, grazie al consolidamento della fase espansiva in atto nelle diverse aree geopolitiche del mondo, le esportazioni metalmeccaniche dell'Italia sono mediamente cresciute del 6,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con incrementi pari al 6,8% per le quote indirizzate verso i Paesi dell’area comunitaria e del 5,9% verso i Paesi terzi. I flussi di esportazioni metalmeccaniche sono cresciuti in particolar modo verso la Germania (+9,1%) e la Spagna (+9,5%), per quanto riguarda i l’area comunitaria, mentre forti tassi di crescita si sono registrati verso la Russia (+34,7%), la Cina (+32,5%) e, anche se in misura più contenuta, verso gli Stati Uniti (+8,5%) che si confermano il secondo Paese, alle spalle della sola Germania, per indirizzo delle esportazioni italiane di prodotti metalmeccanici. Le importazioni sono mediamente cresciute del 10,7% per effetto della ripresa della domanda interna, mentre il saldo dell’interscambio ha evidenziato un attivo pari a oltre 34 miliardi euro.

Con riferimento all’utilizzo del fattore lavoro nei primi nove mesi dell’anno si è registrato un dimezzamento dell’utilizzo di ore di cassa integrazione guadagni, l’occupazione nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti è sostanzialmente rimasta stabile nel corso del 2017 mentre, il consolidamento della fase espansiva, induce le imprese a prevedere un potenziamento dei livelli occupazionali nel corso dei prossimi sei mesi.

«Gli imprenditori - ha concluso Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica – per loro natura “intraprendono” nuove sfide e lo fanno con determinazione e passione. Oggi siamo chiamati ad affrontare la transizione verso il nuovo dopo una crisi che ha lasciato nel nostro settore ferite profonde. La grande trasformazione verso Industria 4.0 richiederà un grande sforzo di Sistema. Una sfida decisiva che gli imprenditori sono pronti a raccogliere, ma non potranno essere lasciati da soli. Per questo è necessario che ciascuno faccia la propria parte per valorizzare e supportare le nostre eccellenze che non solo producono valore, ma che sono anche luoghi in cui si trasmettono importanti valori come l’attenzione verso la persona, la sostenibilità e la responsabilità sociale».

Intanto Federmeccanica crede fortemente nell'alternanza scuola-lavoro. Per diffonderla e sensibilizzare sia gli studenti che le imprese associate, ha realizzato il primo cortometraggio dedicato a questo tema – intitolato
Beata Alternanza (https://www.youtube.com/watch?v=t8nWnyMaD2E) – per spiegare come funziona e sfatare alcuni dei maggiori luoghi comuni che continuano a emergere da parte di famiglie, insegnanti, esperti e anche degli stessi imprenditori. «Federmeccanica – ha dichiarato Federico Visentin, vice presidente di Federmeccanica con delega all’Education - crede fortemente nella valenza formativa dell’alternanza scuola lavoro, che rappresenta una risorsa per i giovani, che possono acquisire quelle competenze trasversali e tecniche richieste dal mercato del lavoro, ma anche per scuole e aziende, che hanno l’occasione per innovare la didattica e il “fare impresa”. Con Traineeship abbiamo sperimentato, assieme a 50 istituti scolastici e più di 900 aziende, un modello di alternanza scuola lavoro basato sulla progettazione e valutazione congiunta dei percorsi formativi. Se adeguatamente co-progettata, l’alternanza è di qualità e abbatte gli stereotipi, come scherzosamente raccontato in Beata Alternanza».

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