mercoledì 7 marzo 2018
Produzione aumentata del 2,9% nel 2017 rispetto all'anno precedente. Previsto un incremento dei livelli occupazionali
La crescita continua, più occupati nella prima metà del 2018
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La produzione metalmeccanica nel 2017 è aumentata mediamente del 2,9% rispetto al 2016, trainata soprattutto dalla produzione di autoveicoli e rimorchi (+6,6%), di prodotti in metallo (+4,2%) e di macchine e materiale meccanico (+3,2%). Lo indica la 145esima indagine congiunturale di Ferdermeccanica, in base alla quale nel solo quarto trimestre dell'anno scorso i volumi di produzione metalmeccanica sono cresciuti dell'1,9% rispetto al terzo trimestre e del 4,3% rispetto all'analogo periodo del 2016, ma restano inferiori ancora del 22,5% rispetto a quelli del periodo pre-recessivo. Bene anche la dinamica delle esportazioni di prodotti metalmeccanici che, nella media del 2017, hanno raggiunto i 216 miliardi di euro realizzando un +6,3% rispetto all'anno precedente.

I dati relativi all'andamento del comparto confermano per il settore metalmeccanico «il consolidamento della fase espansiva» iniziata dall'ultimo trimestre del 2014. Fase espansiva che, sulla base delle indicazioni che emergono dall'indagine, dovrebbe proseguire nella prima parte del 2018, accompagnata anche da un incremento dei livelli occupazionali.

Un incremento dei livelli occupazionali previsto «dopo la sostanziale stabilità osservata nel corso del 2017 nelle imprese con oltre 500 addetti e la forte contrazione dell'utilizzo della Cassa integrazione guadagni» nell'industria metalmeccanica, dove le ore autorizzate sono diminuite del 42,5% in confronto con il 2016, come indica l'indagine congiunturale.

Sono dati «estremamente positivi», ha commentato il presidente di Federmeccanica, Alberto dal Poz, sottolineando quindi la necessità di «non fermarsi, ma continuare il percorso di crescita» e per questo di «dare sostegno a chi investe». Dunque, «serve stabilità e un clima di fiducia. Siamo ancora molto lontani dai livelli pre-crisi e rimane alto il rischio di arrestare questa iniziale ripresa o peggio ancora di fare passi indietro. All'Italia serve una politica industriale perché il nostro Paese è diventato grande grazie alla manifattura ed è sulla manifattura, motore di ricerca, occupazione e produttività, che bisogna rilanciare».

Infatti, «nonostante il consolidamento della fase espansiva», ha affermato il vicepresidente di Federmeccanica, Fabio Astori, i volumi di produzione si confermano ancora inferiori del 22,5% rispetto a quelli pre-crisi e «non tutti i settori marciano alla stessa
velocità e ci sono imprese ancora in difficoltà».

Dai dati, come ha rimarcato il direttore del Centro studi di Federmeccanica, Angelo Megaro, emerge infatti che questa distanza si è «fortemente ridimensionata» per l'Italia, ma ci sono altri Paesi europei che hanno già raggiunto e superato i livelli pre-crisi, come la Germania dove la differenza risulta positiva e segna +8,1% nell'ultimo trimestre del 2017 rispetto al primo del 2008 ed il Regno Unito dove è a +4,9%.

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