martedì 6 giugno 2017
Sono 18.200 persone in più rispetto all'anno precedente. Nel primo trimestre aumentano anche l'export e la produzione
Crescono gli occupati nel 2016
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Si è svolta oggi a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 142ª edizione.

I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, presentati da Angelo Megaro, direttore del Centro studi di Federmeccanica, evidenziano come nei primi mesi dell’anno in corso sembra consolidarsi la moderata fase espansiva che sta caratterizzando il settore metalmeccanico a partire dell’ultimo trimestre del 2014. Dopo il calo produttivo registrato nel mese di gennaio rispetto a dicembre 2016 (-4,0%), contrazione in una certa misura ascrivibile ai modelli di destagionalizzazione, a febbraio e marzo 2017 la produzione metalmeccanica ha registrato variazioni positive pari in entrambi i mesi al +2,2%. Mediamente nel primo trimestre si è osservata una contrazione dell’attività pari allo 0,6%, ma con un acquisito congiunturale positivo sul secondo trimestre superiore ai due punti percentuali.

«Le recenti dichiarazioni del presidente della Bce, Mario Draghi - ha spiegato Alberto Dal Poz, vicepresidente di Federmeccanica – in merito a una ripresa più solida dell’economia nell’Eurozona sono confortanti, ma non sufficienti a farci abbassare la guardia. Proprio per capitalizzare quanto ottenuto fin qui è necessario aumentare la produttività che pur con livelli di produzione in crescita nel corso del 2016 è diminuita nel settore metalmeccanico dello 0,1%».

In termini di volume la produzione metalmeccanica è cresciuta nel primo trimestre del 2017 del 3,8% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente grazie ai buoni risultati ottenuti nella produzione di Autoveicoli (+9,7%) nella fabbricazione di Prodotti in metallo (+6,4%) e nella produzione di Macchine e materiale meccanico (+2,2%).

Nel primo trimestre dell’anno il miglioramento osservato è stato favorito da un significativo incremento del fatturato metalmeccanico esportato che è cresciuto mediamente dell’8,9% rispetto all’analogo periodo del 2016.

Le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute in misura significativa verso la Germania (+14,6%), la Spagna (+13,1%) e con riferimento ai paesi terzi verso la Cina (+43,1%), la Russia (+36,1%) e gli Stati Uniti (+14,9%) che sono diventati, con una quota pari al 10,8%, il secondo mercato di sbocco del settore metalmeccanico alle spalle della sola Germania.

«Sulla base dei dati rilevati - ha dichiarato Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica - il sentiment degli imprenditori è quello di un cauto ottimismo, che vede il miglioramento in atto proseguire anche nel secondo trimestre. Si tratta di dati congiunturali positivi che si inseriscono in uno scenario strutturale ancora difficile. Pesano tantissimo i macigni della crisi che ci stavano facendo affondare. Quel -27% di produzione industriale e i 260.000 posti di lavoro persi non possono essere dimenticati. Ancora oggi molte aziende e molti lavoratori sono in una situazione di seria difficoltà. Dobbiamo quindi continuare a lavorare per mettere tutte le nostre aziende nelle condizioni di tornare a crescere. Ognuno deve fare la sua parte. Noi faremo la nostra».

Con riferimento al fattore lavoro nei primi tre mesi del 2017 le ore autorizzate per cassa integrazione guadagni sono state pari a poco più di 42 milioni segnando una flessione del 53,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente grazie soprattutto al minor utilizzo della cig straordinaria (-61,8%).

La dinamica occupazionale nella grande industria metalmeccanica registra nei primi tre mesi del 2017 una
sostanziale stabilità.

«Nel 2016 – conclude Dal Poz - i livelli occupazionali nell’intero settore sono cresciuti di 18.200 unità, rispetto all’anno precedente, e le proiezioni dell’indagine Federmeccanica prevedono per il prossimo semestre un ulteriore parziale miglioramento. Ciò è dovuto anche al fatto che l’investimento sulle persone e la loro formazione è al centro del rinnovamento contrattuale siglato. L'introduzione nel Ccnl del diritto soggettivo alla formazione è un'assoluta novità nel panorama italiano e porterà benefici per i lavoratori che con lo sviluppo delle proprie conoscenze potranno crescere professionalmente ed essere 'occupabili' nel tempo».

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