giovedì 22 settembre 2022
Il 71% delle imprese lamenta l'assenza di una mano d'opera qualificata. Le competenze più difficili da reperire sono per il 46% quelle tecniche di base e per il 22% quelle avanzate/digitali
Molto richieste le competenze digitali

Molto richieste le competenze digitali - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Continua a crescere la difficoltà delle aziende nel trovare i profili professionali necessari: sette imprese su dieci, il 71% delle imprese intervistate, lamentano ancora l'assenza di una mano d'opera qualificata. Federmeccanica, nella 163esima Indagine congiunturale, mette a fuoco uno dei problemi maggiori che si riverberano sul livello di occupazione. Una percentuale, quella di aziende in cerca di profili specializzati, in crescita rispetto al 51% del trimestre precedente. Le competenze più difficili da reperire, prosegue la nota, sono per il 46% quelle tecniche di base e per il 22% quelle avanzate /digitali. Segnali contrastanti sulla produzione metalmeccanica. La guerra in Ucraina ha infatti mitigato la
ripresa dopo la pandemia. L'export sfiora il 16%, ma nei primi sei mesi del 2022 la produzione cala del 3,2% e il 7% delle imprese si dichiara a rischio chiusura. Nel secondo trimestre 2022, pur con una variazione positiva dell'1%, i volumi sono mediamente diminuiti dell'1,2% rispetto al 2021. Per il terzo trimestre le imprese prevedono che continuerà questa tendenza: solo il 27% è soddisfatto del portafoglio ordini rispetto al 33% della precedente rilevazione. Pesano per il 79% delle aziende i costi di materie prime e dell'energia che. Pet il 52% delle imprese hanno comportato la riorganizzazione del lavoro e dell'attività produttiva e una riduzione del Mol-Margine operativo lordo (68%). Vanno bene il comparto di computer, radio tv strumenti medicali e di precisione (+7,4%), quella di macchine e apparecchi meccanici (+2,5%) e degli altri mezzi di trasporto (+1,4%). Dati negativi invece per la metallurgia (-3,6%), le fabbricazioni di autoveicoli e rimorchi (-3%), di macchine e apparecchi elettrici (-2,5%) e di prodotti in metallo (-2,4%).
Tra gennaio e giugno, l'export è aumentato del 15,8%, ma i numeri sono minori rispetto al precedente trimestre. Positivo il trend verso i Paesi Ue (+18,9%), mentre diminuisce verso Cina (-12,5%) e Russia (-13,3%). «Ci sono tanti segnali nel primo semestre e tutti contrastanti - spiega il direttore generale di
Federmeccanica Stefano Franchi -. Abbiamo risultati positivi della produzione industriale nel secondo trimestre con peggioramento però nell'ultimo mese, ed un dato complessivamente negativo se confrontato con lo scorso anno. Abbiamo comparti in lieve crescita e settori in evidente difficoltà come l'automotive, toccato da problemi congiunturali e nel bel mezzo di una complessa transizione tecnologica ed ecologica. È pertanto necessaria una politica industriale organica che consenta di cogliere le opportunità che ci sono e di affrontare i problemi che emergono nell'interesse generale. Abbiamo ancora imprese che prevedono di aumentare l'occupazione, ma aumentano le aziende che fanno fatica a trovare i profili che servono. Esistono e resistono, evidentemente, problemi strutturali nel nostro Paese che si fatica a risolvere e che non fanno che amplificare le criticità in una fase difficile come quella che stiamo vivendo».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: