mercoledì 5 dicembre 2018
Inoltre un’impresa su cinque lamenta scarsa preparazione del personale neo assunto. Allarme rinnovo contratti. Petizione per potenziare l'alternanza scuola-lavoro
Circa metà delle aziende non trova i profili richiesti
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Si è svolta a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 148esima edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori in un evento “corale”, per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle sezioni metalmeccaniche - meccatroniche, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dalla nostra Industria e dei valori diffusi dalle Imprese.

I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, rivelano che dopo i buoni risultati conseguiti dal settore metalmeccanico nel corso del triennio 2015-2017, a partire dai primi mesi del 2018 l’attività produttiva è stata caratterizzata da una fase di sostanziale stagnazione.

Nel terzo trimestre dell’anno la variazione congiunturale è risultata pari al +0,1% dopo il -0,6% del primo e il +0,8% del secondo. In termini tendenziali il tasso di crescita si è ridotto all’1,0% nel trimestre estivo rispetto a dinamiche medie di poco superiori ai 4,5 punti percentuali realizzati nel corso della prima metà dell’anno.

Il peggioramento della congiuntura si evince sia dai dati di fonte ufficiale Istat, che segnalano una contrazione della durata degli ordinativi, sia dai risultati dell’indagine di Federmeccanica che evidenzia, sempre nel terzo trimestre, una eccedenza di scorte di materie prime e di prodotti finiti, rispetto alle normali esigenze produttive aziendali, e un peggioramento del giudizio sulle consistenze degli ordini in essere rispetto a quanto indicato nella precedente rilevazione.

«L’industria metalmeccanica italiana - ha dichiarato Fabio Astori, vice presidente di Federmeccanica – sta vivendo un momento di rallentamento e di incertezza. Sulle dinamiche produttive stanno pesando la contrazione del tasso di crescita dei consumi delle famiglie e della domanda per beni di investimento oltre al rallentamento della domanda mondiale che incide negativamente sulle esportazioni del settore metalmeccanico che indirizza all’estero oltre la metà delle proprie produzioni. Attualmente i volumi prodotti risultano inferiori del 22% rispetto a quelli che si realizzavano prima della recessione del 2008-2009».

Nel terzo trimestre il tasso tendenziale di crescita dell’export è stato pari, in valore, al +2,9% rispetto al +6,5% evidenziato nell’ultimo trimestre del 2017. Complessivamente nei primi nove mesi del 2018 i flussi di produzione indirizzati ai mercati esteri sono cresciuti del 3,2% rispetto al + 3,8% delle importazioni, mentre il saldo dell’interscambio ha evidenziato un attivo pari a circa 39 miliardi di euro collocandosi sugli stessi livelli del precedente anno.

A livello previsionale, nella parte finale dell’anno non sono attese sostanziali modifiche del clima congiunturale, pur in presenza di un parziale recupero dei volumi produttivi rispetto ai bassi livelli del terzo trimestre.

«Il quadro complessivo evidenzia ancora una volta l’esigenza di misure concrete di politica industriale per ridare slancio alla nostra economia - continua Astori -. Occorre puntare sulle Imprese per generare sviluppo. Non ci sono altre strade. C’è tanto ancora da fare sotto questo profilo su vari ambiti, ma oggi vogliamo sottolineare un aspetto su tutti, che deve stare alla base di qualsiasi percorso di crescita: la creazione delle competenze e conoscenze che servono alle aziende oggi e domani. Queste sono le fondamenta senza le quali il sistema non può reggere».

L’indagine ha rilevato che, fermo restando le difficoltà in circa il 50% delle aziende a reperire sul mercato manodopera specializzata, i neodiplomati e neolaureati assunti sono ritenuti dal 22% delle imprese non in possesso di una adeguata preparazione sia tecnologica/avanzata sia tecnica di base/tradizionale.

«Quello dell’Istruzione e della Formazione – ha commentato Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica – è un tema cruciale. I dati ci dicono che siamo in grave ritardo. È evidente lo scollamento tra scuola e impresa, che rende poi necessari interventi formativi riparatori, non solo sulle nuove tecnologie ma anche per le competenze di base. Per questo Federmeccanica ha lanciato nei giorni scorsi la petizione Più alternanza. Più formazione a sostegno dell’alternanza scuola lavoro e della formazione di qualità. Con questa iniziativa chiediamo al governo due cose principalmente: mantenere, in particolare negli istituti tecnici e professionali, 400 ore di alternanza scuola-lavoro e continuare a garantire strumenti e dotazioni finanziarie necessarie; riconoscere il credito di imposta per le spese fatte dalle aziende per l’alternanza e la formazione del personale funzionale a Industry 4.0. Perché la crescita del Paese parte dalla crescita delle persone».

Con riferimento al decreto Dignità, il 30% delle imprese non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere.

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