giovedì 27 luglio 2017
La seconda trimestrale 2017 del Gruppo vola 1,2 miliardi. «Ma il riassetto non è ancora completato»
Una Maserati Levante in fase di assemblaggio nello stabilimento Fca di Mirafiori (Torino)

Una Maserati Levante in fase di assemblaggio nello stabilimento Fca di Mirafiori (Torino)

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Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso il secondo trimestre 2017 con un utile netto più che triplicato rispetto allo stesso periodo del 2016 a 1,15 miliardi di euro. L'utile netto adjusted è in rialzo del 52% a 1,080 miliardi di euro. I conti sono stati approvati dal consiglio di amministrazione a Londra. Fca spiega nella nota che accompagna i conti che si tratta di risultati record: è infatti il miglior utile netto per il secondo trimestre dal 2011 e il migliore utile netto adjusted per lo stesso periodo dall’inizio dell’alleanza Fiat Chrysler.

Il merito di questa crescita è da attribuire soprattutto a Maserati, che ha quasi raddoppiato le sue vendite, trainate dal nuovo Suv Levante, con incrementi in tutti i principali mercati: Europa (+93%), Cina (+146%) e Nord America (+50%). Più in generale in Europa la quota di mercato di Fiat Chrysler per le autovetture è in aumento al 7,2% (al 29% in Italia) e al 13,2% per i veicoli commerciali leggeri (41,1% in Italia, in calo dal 43,9%). L'aumento delle consegne è trainato principalmente dalla nuova famiglia della Fiat Tipo e dai nuovi modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio. In Asia invece Jeep trascina l'aumento del 43% delle consegne complessive grazie alla joint venture in Cina dove è arrivata anche l'Alfa Romeo.

A inizio 2018 il piano fino al 2022

Durante l’incontro con gli analisti per comunicare i conti del secondo trimestre, l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne ha annunciato che il Gruppo comunicherà il proprio piano industriale per i prossimi cinque anni nel corso dell’Investor Day che si terrà entro la prima metà del 2018. «Il riassetto di Fca non è concluso», ha sottolineato Marchionne. «E’ necessario vedere se il portafoglio del Gruppo è adeguato». Una precisazione questa che riaccende le voci relative a possibili disaggregazioni dei marchi, soprattutto Alfa Romeo e Maserati che - per ragioni diverse - potrebbero essere nel mirino di future operazioni di questo tipo. Ipotesi che Marchionne ha ribadito di non voler commentare, rimandando al piano industriale per i prossimi 5 anni che appunto sarà illustrato entro prima metà del 2018.

Maserati mette la spina

Importante invece l’annuncio della nuova apertura del Gruppo verso l’elettrificazione. Toccherà proprio a Maserati il ruolo di apripista, che comincerà a produrre modelli elettrici a partire dal 2019. Lo ha annunciato lo stesso Marchionne, sottolineando che il brand del Tridente sarà «un elemento integrante dell'elettrificazione del Gruppo Fiat Chrysler». Altro argomento “caldo” quello della successione dell’attuale amministratore delegato. «Chi prenderà il mio posto verrà dall’interno del Gruppo», ha ribadito Sergio Marchionne che (anche se dovrebbe mantenere il suo ruolo in Ferrari) lascerà Fca a inizio 2019. In merito invece alla vicenda delle emissioni di alcuni modelli diesel del Gruppo sotto accusa negli Usa, secondo il numero uno di Fca «una soluzione va trovata al più presto perché altrimenti l’incertezza aumenta. In ogni caso il diesel in generale ne risulterà indebolito». Marchionne ha detto di essere fiducioso sulla possibilità che le autorità americane trovino una soluzione a breve sulle accuse mosse a Fca per le emissioni e ha spiegato che nel 2016 il Gruppo ha richiamato volontariamente vetture diesel. «Non mi è stato chiesto di unirmi a quei tedeschi che vogliono rendere il mondo migliore», ha aggiunto scherzando a proposito del presunto accordo tra le cinque aziende tedesche Volkswagen, Audi e Porsche, Daimler e Bmw. «Quel che è certo - ha concluso - è che la Commissione Europea deve correggere tutto quello che può in termini di regole e andare avanti, altrimenti non ne usciamo più».

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