venerdì 20 dicembre 2019
Il piano annunciato a novembre ai sindacati è confermato, 3,5 miliardi di investimenti sono già partiti su Torino, Pomigliano, Melfi e Cassino (c'è molto elettrico). Sindacati rassicurati
Edi Lazzi, della Fiom Cgil torinese, e Francesca Re David, segretaria generale del sindacato, davanti ai cancelli di Mirafiori

Edi Lazzi, della Fiom Cgil torinese, e Francesca Re David, segretaria generale del sindacato, davanti ai cancelli di Mirafiori - Ansa

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I 5 miliardi di euro di investimenti sulle fabbriche italiane che Fca ha promesso nel novembre del 2018 sono confermati. Confermato anche l’obiettivo della piena occupazione nelle fabbriche italiane per il 2022. Nel primo incontro con i sindacati dopo l’annuncio dell’accordo per la fusione con Psa, la casa automobilistica, per bocca del responsabile europeo Pietro Gorlier, ha offerto due rassicurazioni importanti. Nell’immediato, per i lavoratori non cambia molto. I tempi per completare la fusione sono lunghi: serviranno almeno dodici mesi, quindi la nascita del nuovo gruppo è prevista per il 2021. Da oggi a quella data, Fca non modifica la sua strategia già approvata, che per l’Italia prevede lo sviluppo di tredici modelli nuovi o significativamente aggiornati e la versione elettrica di dodici modelli.

La destinazione di parte di quei 5 miliardi di euro è già stata in buona parte annunciata. Fca sta investendo 1,6 miliardi sulle fabbriche di Cassino (Frosinone) e di Grugliasco e Mirafiori (Torino) per lo sviluppo delle nuove Maserati, compresa la versione ibrida della Ghibli. Un miliardo di investimenti è per Pomigliano, dove saranno prodotti il suv Alfa Romeo Tonale e la Panda in versione ibrida. Altri 700 milioni sono stati investiti, sempre su Mirafiori, per la Fiat 500 Bev, auto elettrica la cui produzione dovrebbe iniziare nel secondo trimestre del 2020. Poi ci sono i 200 milioni di euro che il gruppo sta investendo su Melfi (Potenza) per produrre la Jeep Compass e versione ibrida plug-in della Jeep Renegade. Il totale fa 3,5 miliardi di euro già “assegnati” alle fabbriche italiane. Mancano 1,5 miliardi, ma c’è tempo: il piano di investimenti è 2019-2021.

Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, con Rocco Palombella della Uilm

Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, con Rocco Palombella della Uilm - Ansa

Se nulla fermerà la fusione con Psa, sarà Carlos Tavares, attuale ceo del gruppo francese, a definire il prossimo piano di investimenti di Fca-Psa. I sindacati sono positivi, anche perché dall’annuncio di martedì hanno avuto la conferma del fatto che le “sinergie” da 3,7 miliardi di risparmi non prevedono tagli su fabbriche e posti di lavoro (i dipendenti totali di Fca e Psa sono circa 410mila) e la novità della presenza di due rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di amministrazione dell’azienda che nascerà. «Come Fim Cisl riteniamo che la sinergia industriale tra i due gruppi possa creare importanti opportunità dal punto di vista industriale, rafforzando le due società con la presenza su mercati come quello asiatico che a tutt'oggi è sconosciuto ad Fca» ha spiegato Marco Bentivogli, segretario generale dei metalmeccanici della Cisl. «Il nostro compito resta comunque quello di vigilare su eventuali ricadute occupazionali, poiché ogni fusione per sua natura comporta sia opportunità sia rischi». Anche Rocco Palombella della Uilm si è detto rassicurato ma cauto: «Il nostro compito resta comunque quello di vigilare su eventuali ricadute occupazionali, poiché ogni fusione per sua natura comporta sia opportunità sia rischi».



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