mercoledì 30 ottobre 2019
Sfumata l'intesa con Renault, si fa strada l'ipotesi di un accordo con la rivale Psa (Peugeot-Citroen). Nascerebbe un gruppo da 9 milioni di auto e 45 miliardi di euro
Fusione Fca-Peugeot. Il Lingotto conferma: discussioni in corso
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Dopo qualche mese di silenzio tornano le voci di un matrimonio per Fiat Chrysler Automobiles. Ancora in Francia. Questa volta, però, il possibile partner è Peugeot-Citroen (Psa). A ipotizzare una fusione, dalla quale potrebbe nascere un gigante automobilistico da 50 miliardi di dollari (circa 45 miliardi di euro), è stato ieri il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano americano la discussione è in corso per una fusione al 50% ma ci sarebbero anche altre opzioni sul tappeto. L'amministratore delegato di Peugeot, Carlos Tavares, diventerebbe ceo della nuova società, mentre il presidente di Fca, John Elkann, manterrebbe la carica attuale.

Oggi le prime conferme dai diretti interessati "Sono in corso discussioni intese a creare un gruppo tra ileader mondiali della mobilità" afferma Fca in una nota. E da Parigi i francesi confermano le discussioni in corso. L'accordo porterebbe alla nascita di un gruppo in grado di vendere quasi 9 milioni di auto e piazzarsi al quarto posto nella classifica costruttori di auto. Sugli scudi i titoli dei due gruppi. Il titolo del Lingotto segna un rialzo del 10% a 12,9 euro. Alla Borsa di Parigi, Peugeot guadagna l'8,27% a 26,98 euro.

Non si tratta solo di voci, visto che già oggi pomeriggio è convocato il consiglio di amministrazione di Psa in via straordinaria proprio per esaminare il progetto. Non ci sono invece indicazioni da Fca: domani saranno approvati i conti del terzo trimestre 2019, ma in base alla normativa olandese non è necessaria una riunionedel board.

Torna così a sorpresa l'ipotesi di un matrimonio in terra francese, dove Elkann, numero uno anche della holding Exor, aveva lanciato a maggio un'offerta per fondersi con la grande rivale di Peugeot, Renault. Un tentativo naufragato a causa delle resistenze dei giapponesi di Nissan, partner di Renault, ma soprattutto del mancato sostegno all'operazione del governo francese, azionista della casa automobilistica, che ha puntato l'indice sul rischio di cannibalizzazione dei marchi e sui timori per l'occupazione. Psa - con cui Fca ha una collaborazione per i veicoli commerciali alla Sevel in Abruzzo fino al 2023 - è sempre rimasto tra i partner papabili. Il dialogo tra i due gruppi non è cosa nuova. Diversi anni fa è stato Tavares a proporre un accordo tra le due case automobilistiche ventilando anche la possibilità di fare il numero due di Sergio Marchionne, allora amministratore delegato di Fca. La possibilità di un'intesa è tornata sulla scena anche a marzo di quest'anno, quando il gruppo italoamericano avrebbe respinto le avances del ceo di Psa.

Per la casa francese l'alleanza aprirebbe le porte al mercato americano, mentre Psa porterebbe in dotazione le piattaforme sull'elettrico e la più radicata presenza sul fronte asiatico. Fca e Psa insieme hanno venduto complessivamente lo scorso anno 8,7 milioni di auto: a tale livello sarebbero la quarta casa automobilistica al mondo, davanti a General Motors con 8,4 milioni di auto. Volkswagen ha venduto 10,8 milioni di vetture, una cifra simile a quella dell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Toyota ne ha vendute 10,6 milioni.

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