venerdì 10 giugno 2016
​Da Des-Cd una proposta al governo: un pacchetto di misure fiscali e previdenziali e l'introduzione della valutazione di impatto familiare.  Intesa governo-Regioni: un fondo da 7,5 milioni per bonus bebé e servizi
«Famiglie, serve piano da 2,5 miliardi»
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Un intervento di 2 miliardi e mezzo di carattere strutturale a sostegno della famiglia. Un Family act messo in campo con una proposta del gruppo Demos-Centro democratico della Camera, una pattuglia di 13 deputati che intende farne una priorità della coalizione di governo. «Finita la fase delle riforme 'fredde' è arrivato il momento di quelle 'calde' ad alto impatto sociale», sottolinea il capogruppo Lorenzo Dellai. Una proposta articolata, che utilizza tutte le leve, da quelle fiscali a quelle della conciliazione politica-lavoro, «ma soprattutto mette al centro dell’azione contro la denatalità la famiglia, specie quella numerosa», sottolinea Mario Sberna. Che lamenta, fra l’altro il mancato decollo della carta famiglia (che reca proprio la sua firma) per carenza di interventi attuativi. «Uno sforzo di serietà», chiede Dellai, «per dare alle politiche per la famiglia carattere di continuità e organicità, dopo troppi spot e troppo pochi fatti». Perché un’inversione di rotta sulla natalità richiede continuità: «Come Provincia autonoma di Trento - torna al suo impegno precedente - c’è stato bisogno di 10 anni di interventi per arrivare all’attuale tasso di natalità all’1,67, in controtendenza con quello nazionale, che continua a scendere». Secondo Dellai, per la coalizione di governo è arrivato il momento di aprire «un ciclo nuovo». Tra i provvedimenti proposti, 3 anni figurativi di contributo per le mamme lavoratrici; l’accesso anticipato di un anno alla pensione, per ogni figlio nato o adottato; l’elevazione del tetto a 6.480 euro per considerare il coniuge a carico; l’aumento delle detrazioni Irpef per i percettori di redditi fino a 30mila euro (300 euro per il primo figlio, 400 per il secondo e 500 per i successivi); l’aliquota Iva abbassata al 4 per cento su bollette, latte in polvere, omogeneizzati. Inoltre, posti di lavoro agevolati per i genitori di famiglie numerose disoccupati; interventi per conciliare lavoro e famiglia, aumento del 20 per cento degli assegni familiari per le famiglie con almeno 4 figli (aumentato al 30 per cento dal prossimo anno) e un voucher per le spese di istruzione. Fra le misure fiscali, anche il calcolo del reddito da dividere in parti uguali fra i due coniugi, facendo la somma di entrambi divisa per due. Prevista anche l’introduzione della giornata mondiale della famiglia il 15 maggio, e una misura di carattere generalista: la Vif, Valutazione di impatto familiare, da prevedersi per ogni nuova iniziativa legislativa o amministrativa. In ogni caso, sottolinea Sberna, «la nostra vuole essere una misura interamente aggiuntiva, non sostitutiva, che richiede quindi un intervento coraggioso per reperire le risorse». Per le coperture vengono previsti 400 milioni da un intervento sui grandi patrimoni, 400 milioni dall’aumento delle accise sull’alcol e un miliardo da aumenti sulle tasse per giochi e fumo. «La nostra società - dice Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera - non può morire di frammentazione. La famiglia è un bene unico al mondo come Pompei, se non si salva non la si ricostruisce più. È l’antidoto alla società conflittuale di tutti contro tutti, al conflitto tra generazioni».
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