martedì 9 marzo 2010
Bankitalia: aumentano il ricorso ai prestiti e le sofferenze. Le sofferenze di famiglie produttrici e società non finanziarie ammontavano nel primo mese dell’anno a 46,1 miliardi contro i 45,4 di dicembre 2009. In difficoltà soprattutto il commercio e l’edilizia.
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Cinquecento miliardi di debiti sul groppone delle famiglie italiane. È un record, quello raggiunto a febbraio e certificato dalla Banca d’Italia, che vede comunque  il nostro Paese ancora lontanissimo dagli altri partner europei. Ma che conferma in ogni caso la tendenza all’incremento del ricorso ai prestiti dovuta da un lato alle difficoltà innescate dalla crisi finanziaria, dall’altro ai bassi tassi di interesse.Secondo le ultime rilevazioni contenute nel supplemento al Bollettino statistico di Bankitalia, dunque, l’ammontare dei prestiti concessi alle famiglie ha raggiunto a fine gennaio quota 498.999 milioni di euro contro i 468.918 milioni di gennaio 2009. In un anno l’aumento è stato del 6,4%. A crescere sia il credito al consumo che i mutui. Nel primo caso i debiti degli italiani sono infatti saliti a oltre 57 miliardi di euro (dai 54 miliardi circa di gennaio 2009), mentre per quanto riguarda i prestiti per l’acquisto di abitazioni il totale è arrivato a superare i 282 miliardi (contro i 264 miliardi di gennaio dell’anno scorso). L’ammontare dei prestiti per altri scopi è invece pari a circa 160 miliardi di euro, 10 in più del gennaio dell’anno scorso.Oltre ad aver spinto sempre più italiani a ricorrere ai prestiti, la crisi economica sembra aver accentuato anche le sofferenze bancarie. Secondo i dati di Bankitalia, infatti, sempre più famiglie e imprese incontrano difficoltà nel ripagare i debiti contratti con gli istituti di credito. A gennaio le sofferenze di famiglie produttrici e società non finanziarie ammontavano a 46,1 miliardi di euro contro i 45,4 di dicembre 2009. Tra le branche di attività economica, in particolare difficoltà appaiono il commercio (oltre 8,2 miliardi di sofferenza) e l’edilizia e opere pubbliche (7,6 miliardi). Quasi nulle invece le sofferenze dei servizi di comunicazione (76 milioni) e dei prodotti energetici (87 milioni di euro).Fortunatamente, per quel che riguarda soprattutto i mutui, a far respirare le famiglie ci pensa un costo del denaro ai minimi storici. I tassi a gennaio risultano infatti ancora in discesa, con il Taeg sotto la soglia del 3%. Secondo quanto rileva il supplemento, il Taeg (il Tasso annuo effettivo globale, che dovrebbe rappresentare nel modo più completo ed esatto il costo del finanziamento) è sceso al 2,89% dal 3,01% di dicembre. In discesa anche il tasso nominale: dal 2,88% di dicembre al 2,75% di gennaio 2010. La Banca centrale europea ha appena confermato il costo del denaro in Europa ai minimi storici, l’1%, lasciando intendere che i  primi, possibili ritocchi al rialzo potranno avvenire solo dopo l’estate.
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