giovedì 7 agosto 2014

Nella lavorazione delle carni operavano coop irregolari con la connivenza delle imprese appaltatrici. Denunciate 51 persone dalla Guardia di Finanza

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Il fenomeno delle false cooperative e dello sfruttamento della manodopera rimane purtroppo molto ampio nel nostro Paese. Spesso con la connivenza delle imprese appaltanti più grandi. In particolare nei settori della lavorazione delle carni e nel facchinaggio.Ieri la Guardia di Finanza di Modena ha denunciato 51 persone a vario titolo per illecita somministrazione di manodopera e reati di natura fiscale nell'ambito di indagini sul rapporto tra imprese appaltanti e cooperative fornitrici di servizi, scoprendo poi circa 900 lavoratori impiegati in maniera irregolare. Scoperti anche, nel corso dei 23 controlli compiuti, ricavi non dichiarati per 7 milioni di euro, una maggior base imponibile segnalata ai fini Irap per 42 milioni di euro, un'evasione dell'Iva per 16 milioni di euro e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 25 milioni di euro.Inizialmente sono state scandagliate nove imprese del Modenese, soprattutto del settore della lavorazione carni, a partire dai contratti di prestazione di servizio sottoscritti dalle imprese stesse con diverse società cooperative. È stato scoperto che in molti casi era lo stesso committente a fornire gli strumenti necessari per le lavorazioni oggetto dell'appalto. Inoltre, è emerso come i lavoratori della cooperativa appaltatrice fossero in realtà direttamente sottoposti all'impresa appaltante. Le società cooperative all'opera presso i locali dell'impresa si limitavano quindi a fornire manodopera impiegando lavoratori alle dirette dipendenze dell'impresa utilizzatrice, ma privi dei diritti e delle garanzie tipici dei dipendenti.Un business non da poco, visto che alle imprese utilizzatrici della manodopera irregolare è stata contestata un'evasione dell'Iva per 6 milioni di euro ed una maggior base imponibile Irap per un valore superiore ai 42 milioni di euro. Sul fronte delle società cooperative individuate, la Finanzadi Modena ha riscontrato come fossero gestite da poche persone, spesso parenti, senza la finalità di natura mutualistica e solidaristica previste nel loro ambito. In alcuni casi, presidenti di queste cooperative erano pregiudicati, indigenti e anche persone con problemi psichiatrici. La sede legale di molte poi era fissata nel Sud Italia ma l'attività era concentrata nella provincia di Modena. Tutto questo, per rendere più difficili i controlli.
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