mercoledì 26 giugno 2019
Il social network aumenta il suo investimento sul centro Binario F e punta a formare 100mila persone entro la fine dell'anno
Facebook si fa spazio a Roma
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Saremo pure nativi digitali, eppure c’è una carenza di professionalità proprio nel mondo di internet e dintorni. Entro il 2022 robotica, algoritmi, automazione creeranno 133 milioni di posti di lavoro, 58 in più di quanti ne distruggeranno. Sono stime del World Economic Forum che raccontano come anche in Italia ballano almeno 280mila posti che non si riescono ad occupare proprio per mancanza di digital skill, ovvero di competenze digitali. Per questo Facebook ha puntato sul nostro Paese già dallo scorso ottobre e oggi ha deciso di quintuplicare il proprio investimento su Binario F, il centro che il colosso del web ha dedicato alla formazione di persone, imprese, associazioni e istituzioni, ospitato presso l’Hub di LVenture Group e LUISS EnLabs alla stazione Termini di Roma. Da oggi Binario F occupa 900 metri quadrati e ha a disposizione nuove aree training per raggiungere l’obiettivo di formare almeno 100mila persone entro la fine del 2019. Anche perché nel nostro Paese tre pmi su quattro utilizzano il social network per la propria attività e quasi la metà afferma di aver assunto nuovi dipendenti grazie alla crescita ottenuta usando Facebook. Per l’occasione è venuta, per la prima volta a Roma, la numero due della società americana, Sheryl Sandberg. Un compito non semplice il suo visto che il social network negli ultimi tempi è stato investito da diversi scandali, come le fake news o il tema della privacy con la fuga di dati sensibili dei propri utenti. «Noi stiamo affrontano le sfide che affronta tutto internet – ha detto – e non è semplice». Per la manager c’è ancora «molto lavoro da fare, ma stiamo facendo progressi». Per esempio il colosso fondato da Mark Zuckeberg è ora «in grado di rimuovere il 65% dei messaggi che incitano l’odio » rispetto al 24% di due anni fa.

La top manager ha ricordato il lavoro fatto in occasione delle elezioni europee e il fatto che le interazioni con le fake news siano «diminuite della metà dal 2016 in tutto il mondo. Credo profondamente in un mondo in cui i social diano alle persone la possibilità di creare e intrattenere relazioni sane» ha concluso. Sarà, ma un fantasma ha aleggiato durante il suo intervento e degli altri speaker che si sono succeduti durante la giornata di lavoro, quello di Libra, la criptovaluta voluta da un consorzio capeggiato dall’azienda di Zuckerberg, che sarà operativa dal prossimo anno. Definirla una rivoluzione potrebbe sembrare riduttivo. Perché Facebook ha oltre due miliardi di utenti e, per la prima volta, potrebbe essere creata una moneta – senza l’intervento di una banca centrale – accettata trasversalmente a livello globale. «Siamo solo uno dei membri di altre 27 realtà del progetto Libra – ci spiega Luca Colombo, country manager per l’Italia di Facebook – l’obiettivo è quello di rendere accessibile a molti gli strumenti finanziari e di pagamento. Se abbiamo lanciato, con un anno di anticipo, il progetto è proprio perché vogliamo lavorarci bene, coinvolgendo tutti gli attori del sistema. Dire oggi quali saranno le conseguenze, le opportunità e le sfide su una cosa che non c’è ancora ci sembra prematuro».

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