sabato 22 marzo 2014
​Le indagini che hanno coinvolto Infrastrutture lombarde, controllata dalla Regione, rischiano di mettere in difficoltà il treno dell'Esposizione. Non c'è tempo da perdere, si vuole correre ai ripari in fretta. (Daniela Fassini)
COMMENTA E CONDIVIDI
C’è preoccupazione a Milano per Expo. Le indagini giudiziarie sulla controllata di Regione Lombardia, Infrastrutture Lombarde (la società creata per costruire le grandi opere sul territorio regionale), rischia di travolgere anche l’importante appuntamento milanese del 2015. La controllata al 100 per cento di Regione Lombardia è infatti anche la società che sovrintende le opere in corso di realizzazione sul sito espositivo alle porte di Milano. Il direttore dei lavori su quel milione di metri quadrati fra i comuni di Rho e Pero e che fra poco più di un anno dovranno ospitare i 145 Paesi partecipanti e i loro 60 padiglioni è indagato a piede libero (il direttore generale di Infrastrutture lombarde, insieme ad altri sette dirigenti sono finiti in carcere). L’uomo, indicato da Regione, dovrà essere sostituito al più presto. Lunedì, ha garantito il governatore lombardo, Roberto Maroni, darà un nome che dovrà essere poi vagliato dal cda della società Expo Spa, convocata in serata. Ma a tenere con il fiato sospeso sono le indagini in corso. La società regionale ha infatti assunto diversi incarichi per il grande appuntamento del 2015, fra cui anche quello di consulenza per le gare d’appalto. In particolare per quella più importante, dal valore di 272 milioni di euro per i lavori sulla cosiddetta “piastra Expo”: l’area cioè che deve essere infrastrutturata per ospitare i padiglioni e gli edificio di servizio. Lì sono già al lavoro, in una corsa contro il tempo per recuperare i ritardi accumulati negli anni passati oltre mille uomini impegnati in doppi turni. Si lavora 24 ore su 24 per arrivare puntuali all’inaugurazione. Ma il rischio, con la bufera giudiziaria di Infrastrutture è che non si arrivi in tempo con il completamento delle opere. Il commissario unico Giuseppe Sala è preoccupato. «Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un’ora» ha detto, al termine di un vertice prima in prefettura e poi con Comune e Regione. Le vicende hanno innescato anche la polemica politica. Ma nessuno vuol correre il rischio di arrivare impreparati all’appuntamento universale. E così Maroni e Pisapia hanno gettato acqua sul fuoco. «Io, il sindaco di Milano Giuseppe Pisapia, il commissario unico Giuseppe Sala e il governo siamo uniti nella volontà di concludere tutte le opere per Expo in tempo utile perché sia un successo», ha assicurato Maroni. E anche Pisapia ha smentito il litigio fra i due, il giorno prima, quando avevano abbandonato il vertice, convocato d’urgenza al quartier generale Expo, l’indomani degli arresti. Lunedì vertice a Milano con il ministro Lupi Anche sul piano politico nazionale c’è preoccupazione. E lunedì il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi sarà a Milano. «Avremo un incontro che abbiamo concordato con il prefetto, con il commissario, con il sindaco di Milano e con il presidente della Regione Lombardia - ha spiegato il ministro -, proprio perché si possa verificare assieme non solo lo stato d'avanzamento delle opere ma anche quello che si può fare perché il governo si è sempre messo a disposizione». «L'obiettivo – ha concluso - è di arrivare in tempo perché questa è la grande occasione di tutto il sistema paese».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: