martedì 10 maggio 2016
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La procura di Arezzo: «Ordini dall’alto». Nuovo blitz della Finanza in sede MILANO Sarebbe stato individuato «l’anello superiore» che disponeva il collocamento delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria al pubblico indistinto. Grazie anche alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte dalla procura di Arezzo, i magistrati del pool che indagano sul dissesto del vecchio istituto di credito ritengono con «ragionevole certezza» di aver trovato le prove di una «cabina di regia» a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento dei bond in modo 'granulare', andando ad individuare anche soggetti con un profilo di investitore a 'rischio basso' e non più solo a 'rischio medio-elevato' in linea con la tipologia di investimento finanziario. Intanto – proprio per ricercare ulteriori documenti e la corrispondenza dei vari responsabili di area della vecchia Banca Etruria, che hanno imposto (tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti) la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail – i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze hanno eseguito nuove perquisizioni nella sede centrale di Banca Etruria. I blitz sarebbero stati in particolare a carico di due manager dell’istituto di credito, che risulterebbero indagati con l’accusa di concorso in truffa. Ma le perquisizioni di ieri sono uno sviluppo del filone di indagine che aveva già portato all’iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura aretina di una decina di direttori e funzionari di filiali. Già negli avvisi di garanzia recapitati nelle scorse settimane ai direttori delle filiali si faceva cenno al livello «superiore» che disponeva il collocamento delle obbligazioni subordinate della vecchia Banca Etruria a una clientela indistinta. L’attività investigativa è relativa all’ipotesi di concorso nel reato di truffa aggravata, come ha confermato la procura di Arezzo in una nota. Secondo la tesi dell’accusa, gli investimenti in subordinate, su proposta dei responsabili d’area e degli uffici territoriali, sono stati prospettati ai vari clienti come investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. «Talvolta - ha specificato la procura toscana - addirittura il cliente è stato spinto ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l’acquisto delle obbligazioni subordinate, che gli era stato proposto come 'una promozione' della banca rivolta ai propri clienti migliori, ma che doveva essere sottoscritta in tempi brevissimi». (L.Maz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le indagini
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