mercoledì 7 febbraio 2018
Promosso dal Cross di Università Cattolica, il progetto, finanziato dal ministero dell’Interno, verrà presentato venerdì 9 febbraio
Così si favorisce l'integrazione dei rifugiati politici
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Sono 363 i migranti che hanno concluso il percorso Espar (European Skills Passport for refugees) e hanno realizzato il proprio portfolio di competenze in un anno e mezzo dall’avvio del progetto, ideato e promosso dal Cross, Centro di ricerca sull’orientamento e lo sviluppo socio-professionale dell’Università Cattolica.

Finanziato dal ministero dell’Interno con il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea, Espar è un percorso della durata di 12 incontri, di cui un colloquio iniziale e uno finale, con lo scopo di stilare un bilancio di competenze per rifugiati e richiedenti asilo politico. Hanno partecipato finora nove partner italiani, quattro soggetti aderenti esteri, sono stati formati 25 operatori che hanno condotto 39 gruppi composti da dieci migranti ciascuno. Le lingue utilizzate sono state, oltre all’italiano, l’inglese, il francese e in alcuni casi l’urdu con il supporto di un operatore madrelingua.

Si parlerà di questo progetto venerdì 9 febbraio nel convegno intitolato Valorizzare competenze per costruire integrazione presso l’Istituto Sacro Cuore in piazza Buonarroti a Milano. Alle 9.30 introdurranno Alessandro Antonietti dell’Università Cattolica e Maria Assunta Rosa del Ministero dell’Interno. Seguiranno gli interventi di operatori e partecipanti che hanno sperimentato il modello e di Diego Boerchi, coordinatore del progetto. Alle 11.30 a una tavola rotonda, moderata da Paolo Foschini del Corriere della sera, interverranno Milena Santerini dell’Università Cattolica, Massimo Gnone di Acnur, Giuseppe Traina di Anci e Pierfrancesco Majorino del Comune di Milano. I lavori proseguiranno nel pomeriggio alle 14 con la partecipazione di diversi esponenti stranieri che hanno sperimentato il progetto, e con un focus su Espar e l’occupazione attraverso gli interventi di docenti dell’Università Cattolica come Laura Zanfrini, Diego Boerchi e Maddalena Colombo, e di Stefania Congia del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Alla base del progetto è l’idea di rispondere ai diversi bisogni dei migranti che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro del Paese che li accoglie. Ostacoli frequenti sono la scarsa conoscenza del sistema formativo e del mercato del lavoro, la scarsa conoscenza delle proprie competenze, la mancanza di progettualità di carriera, le aspettative irrealistiche, le resistenze a mettersi in gioco e a ridisegnare la propria carriera alla luce del nuovo scenario occupazionale. Per questo Espar promuove un modello di intervento che facilita l’analisi delle precedenti esperienze lavorative, formative e professionali attraverso la narrazione autobiografica e si propone di accelerare il più possibile il processo di ridimensionamento del lutto affinché il migrante maturi, il prima possibile, l’atteggiamento giusto verso il proprio futuro professionale. A conclusione del percorso viene prodotto un documento personale, un portfolio, che racconta le proprie esperienze formative e lavorative, le competenze tecniche e trasversali, i propri desideri e obiettivi di carriera.

Per favorire la diffusione del modello, è stato redatto un apposito manuale che potrà essere scaricato gratuitamente dal sito www.espar.it in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Lo sviluppo del progetto prevede l’esportazione di questo modello in altri Paesi europei e la formazione dei formatori del percorso.


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