lunedì 19 febbraio 2018
L'azienda, che fa parte del gruppo Whirpool, fa saltare il tavolo della trattativa con il governo. Calenda irritato: gentaglia
A Riva di Chieri sciopero contro il part-time obbligatorio
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"Gentaglia". É la sintesi dello scontro che ieri ha contrapposto il governo italiano alla multinazionale Whirlpool. Oggetto del contendere, i 497 lavoratori della Embraco (di proprietà appunto della Whirlpool) che ha uno stabilimento in Piemonte e per il quale, al posto dei licenziamenti, l’azienda ha proposto solo dei part-time e nessuna cassa integrazione. Proposte che sono state giudicate inaccettabili dal governo e dai sindacati. La Embraco produce compressori per frigoriferi nello stabilimento di Riva di Chieri (Torino) ed è dall’ottobre scorso in crisi per la decisione di spostare la produzione in altre aree, decisione che ha provocato la scelta di licenziare 497 persone su 500 circa.Dopo una serie di riunioni dal risultato altalenante, ieri era in programma un altro tavolo fra il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e l’azienda per capire come evitare i licenziamenti. Ma la proposta di Embraco di trasformare tutti i contratti in part-time fino a novembre non è stata accettata. E, mentre si consumava lo scontro governo-azienda, lo stabilimento di Riva di Chieri veniva bloccato dallo sciopero degli operai con una manifestazione che si è estesa anche alle vie attorno alla fabbrica.

La risposta di Embraco ha scatenato Calenda. «Si conferma - ha spiegato il ministro -, un atteggiamento di totale irresponsabilità dell’azienda. Le loro motivazioni dimostrano una mancanza di attenzione al valore delle persone e alla responsabilità sociale dell’impresa». Da qui la decisione di palazzo Chigi: «Adesso - ha aggiunto infatti il ministro -, non ricevo più questa gentaglia perché onestamente ne ho avuto fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua». Calenda ha poi aggiunto che «non si comprende questo atteggiamento perché la differenza fra quello che hanno proposto loro e quello che diciamo noi non è materiale. La cassa integrazione ci consente di fare un percorso di reindustrializzazione in continuità e quindi è molto importante anche perché ci sono imprenditori interessati». L’esponente del governo ha poi sottolineato di trovarsi probabilmente davanti «al peggior caso di una multinazionale che dimostra totale irresponsabilità nei confronti di lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo, ne prendiamo atto e agiremo conseguentemente». Calenda ha quindi rincarato la dose: «Francamente - ha detto -, non mi era mai capitato di sentire qualcuno che dice di dover per forza licenziare, adesso, ora, perché hanno un problema se no con la Borsa». Schierato con il ministro anche il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino che ha parlato di "totale irresponsabilità" dell’azienda. Mentre la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha dichiarato: «É inaccettabile in un paese civile l’atteggiamento di chiusura al dialogo di Embraco. Il governo metta in campo ogni strumento possibile per ripristinare corrette relazioni industriali». Proprio per cercare una soluzione, sarà attivata Invitalia «per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione». Con tempi molto brevi: un mese o poco più.

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