martedì 7 novembre 2017
Indagine Audipress: il brand è sempre più importante, e la pubblicità migra sul web
Stampa e lettori, quando l'autorevolezza paga
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L’informazione non è tutta uguale. E i lettori lo sanno. I giornali, siano essi quotidiani o periodici, rappresentano un "kit di sopravvivenza" indispensabile per restare agganciati alla realtà e dare un senso alla valanga di sollecitazioni che ci arrivano. «Il valore della stampa: vissuti e aspettative dei lettori» è il primo tentativo fatto da Audipress di andare oltre i numeri (le rilevazioni che coinvolgono attualmente 121 testate tra quotidiani, settimanali e mensili e che dal 2014 sono state estese al web) e approfondire tematiche legate alla fruizione dell’informazione. L’indagine, realizzata da Episteme su un campione di 200 lettori, ha fornito una cartina al tornasole di cosa cercano e come si comportano gli italiani di fronte alla stampa "tradizionale". Ad emergere è soprattutto l’importanza del "brand", cioè della testata. Tradotto in parole povere: autorevolezza e affidabilità ma anche senso di rispecchiamento e appartenenza. «Abbiamo trovato lettori entusiasti, molto impegnati e molto attivi. Perennemente connessi ma perfettamente in grado di distinguere le fake news e le fonti autorevoli» spiega Monica Fabris, presidente di Episteme. La fruizione avviene in maniera più "orizzontale" rispetto al passato. Dalla lettura sul web al mattino all’approfondimento sul giornale cartaceo nei momenti liberi, dalla condivisione su facebook al vecchio ritaglio messo via in ufficio o a casa. A fare la differenza è sempre e comunque la fonte. «Siamo immersi in un flusso continuo di informazioni e per questo ci si affida ad un "brand" per decodificare la realtà - sottolinea Lorenzo Sassoli de Bianchi (presidente di Valsoia e di Upa l’associazione delle aziende italiane che investono in pubblicità). La stampa "tradizionale" insomma è tutt’altro che morta e anche su internet è la qualità l’unica cosa che paga.
Maurizio Costa, presidente della Fieg (la federazione degli editori) ricordato che il mondo dell’editoria ha vissuto «un decennio estremamente difficile e accidentato» segnato dall’ingresso del digitale che ha cambiato le regole del gioco: la gratuità sempre più diffusa ha creato problemi rilevanti dal punto di vista economico con il 50% di ricavi in meno. Ma le cose stanno cambiando grazie anche ad un potente incremento del mercato pubblicitario in rete che secondo Costa rappresenta ormai il doppio di quello cartaceo». C’è anche un problema di fiscalità «perché i grandi operatori della rete non seguono le regole fiscali previste dal sistema italiano, ma continuiamo a parlare con loro. Abbiamo fatto un accordo con Google - spiega il presidente della Fieg - mentre con Facebook è impossibile, ma pensiamo si possano fare percorsi insieme seguendo correttezza e trasparenza». Dal punto di vista normativo invece segnali incoraggianti dalla legge sull’editoria che ha stabilito pilastri importanti e dal credito di imposta agevolato per gli investimenti pubblicitari.

Sono 43 milioni gli italiani (dai 14 anni in su) che scelgono ogni mese l’informazione di qualità. A dirlo sono gli ultimi dati Audipress. Scelgono la carta o il web in maniera intercambiabile. Ogni giorno sono 26 milioni i quotidiani letti (per un totale di 17 milioni e 239 mila lettori). Ogni settimana 25 milioni i settimanali letti (da 14 milioni e 764mila lettori) e ogni mese 23 milioni di periodici letti (con 13 milioni e 87mila lettori).

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