mercoledì 21 gennaio 2015
​Rialzi a piazza Affari sino al 12% per i sette titoli quotati. Analisti scommettono su aggregazioni.  
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​Il Governo Renzi vara la riforma delle Popolari e la Borsa applaude. In attesa di vedere nei dettagli la misura che porterà alla trasformazione delle dieci banche popolari in società per azioni e conoscere la posizione dei singoli istituti, e a partire dalla Banca d'Italia, chi approva è il mercato che sta comprando a mani basse azioni della banche coinvolte nel riassetto. Secondo le indicazioni del premier, che ha previsto l'abbandono del sistema capitario per le banche cooperative con attivi superiori agli 8 miliardi, le popolari che si trasformeranno in Spa sono sette quotate a Piazza Affari e tre no. Nel dettaglio si tratta di Ubi Banca (+3,8% in Borsa), Banco Popolare (+5,55%), Bpm (+5,08%), Bper (+5,89%), Creval (+6,83%), Popolare di Sondrio (+8%) e Banca Etruria (+12%), restano invece fuori dal listino la Popolare di Vicenza, Veneto Banca e la Popolare di Bari. In base alle ricostruzioni entro due mesi il decreto del governo dovrà essere approvato dal parlamento. E per gli analisti grazie a questa mossa è prevista "un'accelerazione del consolidamento" del sistema bancario così come auspicato dal governo. Non si escludono aggregazioni che coinvolgano più di due soggetti (Bpm, Bper, Creval e o Banco) con la creazione di due superpopolari che facciano capo ad Ubi e Bpm. Al tempo stesso, sottolineano gli esperti, "cresce l'incentivo a costruire noccioli duri di azionisti. Aumentano i compratori marginali sui titoli delle popolari. Rispetto a precedenti processi di consolidamento aumenta l'incentivo a generare valore in chiave difensiva quindi ci attendiamo maggiore focus su sinergie da costo. La nostra stima di impatto positivo sugli utili di settore del 22% al 2016 derivante da risparmi del 9,4% sulla base costi complessiva potrebbe essere conservativa".
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