venerdì 23 maggio 2014
Il Sistema dei conti nazionali verrà elaborato con nuova metodologia a livello europeo, con l’obiettivo di “armonizzare” diverse voci in particolare sulle attività illegali (droga, prostituzione e contrabbando).
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Sono in arrivo grossi cambiamenti che influiranno nel calcolo complessivo del Pil. Dal prossimo autunno il Sec, Sistema dei conti nazionali, come ha annunciato l’Istat, verrà elaborato con nuova metodologia a livello europeo, con l’obiettivo di “armonizzare” diverse voci in particolare sulle attività illegali (droga, prostituzione e contrabbando). Le nuove stime saranno diffuse dal prossimo ottobre. Una novità importante per tutto quanto riguarda le informazioni sullo “stato di salute” di un Paese: i conti nazionali sono infatti lo strumento principale di misurazione statistica dell’economia. Tanto più importanti perché è in base ad essi che vengono prese molte decisioni a livello politico, oltre ad essere degli importanti punti di riferimento per i mezzi di informazione o per le imprese. In Italia, come in gran parte dei Paesi europei, il passaggio a questa nuova versione riguarderà varie voci: le spese per la ricerca e lo sviluppo, ad esempio, saranno considerate investimenti e non più costi. Un altro aggiornamento riguarderà invece le spese per gli armamenti, riclassificate da spese per consumi intermedi a spese per investimento. Tutti i Paesi dovranno poi aggiornare la stima nei conti (e quindi nel Pil) delle attività illegali, che sono state circoscritte a traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione e contrabbando di sigarette o alcol, in base al principio che vanno conteggiate “tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico”. Prostituzione e traffico di droga “già facevano parte del calcolo del Pil da decenni, sia a livello Ue che internazionale”, ha precisato Emer Traynor, portavoce del commissario Ue al fisco. Adesso questo calcolo verrà “armonizzato”: il vecchio Sec del 1995, ha detto, “sarà rimpiazzato da regole aggiornate a settembre 2014, così come concordato dalla Ue nel 2012”.Anche le stime sull’occupazione sono destinate a cambiare: verranno ora integrate tutte le fonti amministrative con le informazioni relative all'attività lavorativa (e ai relativi redditi) con quelle raccolte attraverso l’indagine sulle forze di lavoro. In particolare, fa sapere l’Istat, sarà rilevata anche l’occupazione irregolare “nei segmenti in cui la presenza di un’attività lavorativa, misurata a livello individuale, non corrisponde ad alcuna forma di adempimento contributivo o fiscale”. L’istituto di statistica, peraltro, già inserisce nel calcolo del Pil il lavoro sommerso; le ultime stime, che risalgono al 2008, indicano come il valore aggiunto prodotto dal “nero” si aggiri tra i 255 e i 275 miliardi di euro, con un peso stimato intorno al 17% del nostro Pil. Tutte queste modifiche hanno portato a effetti positivi sul Pil di quei Paesi che le hanno già adottate: negli Stati Uniti, ad esempio, il nuovo calcolo, entrato in funzione l’estate scorsa, ha comportato un aumento del Pil del 3,5% negli anni dal 2010 al 2012, con ricerca e sviluppo che da soli valgono il 2,5%. Ecco perché, secondo l’Istat, potrebbe succedere lo stesso sul Prodotto interno lordo italiano, con un’eventuale revisione al rialzo tra l’1 e il 2%.
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