sabato 17 ottobre 2009
Dal sindacato agricolo una holding per recuperare spazi di mercato e sfidare la grande distribuzione. L'aggregazione dei consorzi punta a creare una filiera dal campo alla tavola interamente controllata dai produttori.
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I prezzi al consumo degli alimen­tari crescono senza giustificazio­ne di più di tre volte rispetto al­l’inflazione, mentre quelli all’origine subiscono una drastica riduzione ta­gliando valore aggiunto agli agricol­tori e danneggiando i consumatori. Una situazione che sta facendo sal­tare il sistema agroalimentare nazio­nale, ma che ha provocato la nascita di una struttura nuova che ha un o­biettivo ambizioso: ridare margini di guadagno ai produttori, erodere quel­li di una buona parte della distribu­zione commerciale e soddisfare le e­sigenze dei consumatori. L’annuncio della creazione di Con­sorzi Agrari d’Italia - questo il nome della struttura – è stato dato ieri, nel corso del Forum internazionale del­l’agricoltura dell’alimentazione di Cernobbio. Non una nuova Feder­consorzi, come i promotori hanno immediatamente precisato, ma una holding costituita da imprese sane che vogliono recuperare spazi di mercato. A conti fatti, si tratta di circa 300mila aziende agricole di riferimento ed è in grado di sviluppare un fatturato di 3 miliardi di euro su 1300 punti di vendita. «Un gigante – è stato spiega­to a Cernobbio – che interessa quasi una impresa agricola su tre ed leader nella gestione dei cereali (20% della produzione nazionale), nella com­mercializzazione di mezzi tecnici per l’agricoltura con il 25% dei trattori venduti, ma è presente in attività in­dustriali e nella distribuzione ali­mentare » . A far parte della holding sono già 23 Consorzi Agrari, preva­lentemente del Centro- Nord che si sono dati una struttura di governo duale con un Consiglio di Sorve­glianza ed un Consiglio di gestione. Alla holding fanno capo quattro di­verse società attive, rispettivamente, nel trading, nella gestione dei punti vendita, nella trasformazione indu­striale e nella gestione del patrimonio immobiliare. Ma, al di là dei dati tecnici, la conno­tazione che interessa di più fa riferi­mento al fatto che attraverso i diver­si Consorzi associati si punta a crea­re una filiera dal campo alla tavola in­teramente controllata dagli agricol­tori. Oltre alla creazione di una rete ef- ficiente di servizi, infatti, i Consorzi A­grari d’Italia hanno come scopo quel­la di modificare la relazioni industriali alimentari, concentrare l’offerta e la commercializzazione delle produ­zioni agricole e arrivare ad una forte presenza diretta sul mercato di pro­dotti agroalimentari 'firmati dagli a­gricoltori'. Ed è proprio il problema dei prezzi al consumo e di quelli alla produzione, oltre che dei prodotti tipici e del com­mercio estero che costituisce il nodo che le imprese agricole devono risol­vere per poter sopravvivere. Ciò su cui i coltivatori puntano il dito, infat­ti, sono le distorsioni di mercato che – spiega la Coldiretti – rappresentano un grave ostacolo al contributo che può dare il Made in Italy alimentare ai primi segnali di ripresa economi­ca ma che creano profondi problemi anche alle famiglie. «I consumatori i­taliani - dicono infatti i produttori ­non hanno potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli che rischia invece di provocare l’abban­dono delle campagne, con il crollo delle quotazioni alla produzione che nell’ultimo anno sono calate del 26% per i cereali, del 22% per la frutta, del 18% per il vino, del 13% per gli ortag­gi e del 12% per la carne suina».
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