mercoledì 4 dicembre 2019
Case costruite in paglia e pietra, mattoni prodotti da materiali di scarto, legno che riprende vita e oggetti d’arredo recuperati dopo anni di abbandono nelle cantine
Bioedilizia e design sostenibile
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Vivere gli spazi in modo responsabile è una declinazione fondamentale dei principi dell’economia circolare. In Italia sono sempre di più le aziende impegnate nel coniugare l’idea dell’abitare con i principi del rispetto dell’ambiente e del riutilizzo delle materie prime: nel 2020 il valore del mercato europeo dell’edilizia green si attesterà a quota 140 miliardi di euro (fonte: “Secondo Osservatorio sulla sostenibilità e sicurezza”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Johnson Controls). Sono 210 le realtà mappate, di cui 38 attive nella bioedilizia e nel design sostenibile. Inoltre, per il prossimo anno, la Direttiva Europea del 2008 sul tema ha fissato un target di recupero dei rifiuti di materiali di costruzione pari al 70%. Ecco quindi la centralità di edilizia e design sostenibili: due metodi di lavoro applicati in molte realtà produttive italiane e al centro di alcune delle opere finaliste della seconda edizione del concorso Storie di economia circolare, organizzato da Ecodom, il principale Consorzio italiano per il recupero dei Raee, e dal Cdca, il primo Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia. Il contest che quest’anno ha raccolto 81 storie a livello nazionale, si concluderà con una cerimonia di premiazione il 12 dicembre 2019 alla Fondazione Riccardo Catella di Milano.

Le eccellenze italiane della Bio-edilizia
Tra i video finalisti del concorso c’è “(R)Ecology”, di Simone Inagni ed Emilia Cedrone, che racconta l’attività della startup ReCO2 di Pontecorvo (Frosinone), nata nel maggio del 2018 e attiva nel settore della bio-edilizia e dei materiali da costruzione. La forza di ReCO2 sta nell’essere riuscita a veicolare tutto il potenziale delle “3R” (r-iusa/r-iduci/r-icicla) in due prodotti: il Vytreum, per la pavimentazione ecosostenibile e l’arredo urbano; e il Microglass, per l’isolamento termoacustico. I risultati? Fino al 95% nella riduzione di emissione di CO2; energia termica ridotta di circa l’80% rispetto ai processi tradizionali; il 90% in meno del consumo d’acqua; l’uso esclusivo, al 100%, di materie prime riciclate. Un altro fiore all’occhiello del concorso è il videoreportage di Giuseppe Chiantera e Sara Muscogiuri sul Bag (Beyond Architecture Group), studio di progettazione romano fondato nel 2009 e attivo nell’ambito dell’architettura sostenibile. In dieci anni di attività, gli esperti di Bag hanno dimostrato come sia possibile costruire abitazioni sfruttando esclusivamente legno, paglia, terra e pietra. Una peculiarità di Bag è quella di organizzare workshop internazionali attraverso i quali è possibile partecipare direttamente ai lavori di costruzione. Catalyst, al centro del reportage di Cristiano Bartucci, è una start up di Firenze che dal 2016 si è specializzata nella produzione di mattoni realizzati con polvere di marmo e inerti da demolizione. Per avere un’idea dell’importanza del processo, basti pensare che le soluzioni brevettate dai fondatori di Catalyst contrastano due problemi diversi: lo smaltimento dei materiali inerti da demolizione – pari al 40% dei rifiuti speciali prodotti ogni anno in Italia – e gli scarti provenienti dalle cave, alcuni pericolosi per l’ambiente come nel caso del marmo.

L’importanza del recupero: la filosofia dell’Ecodesign
Please Sit, che dà il titolo al video di Andrea Galliano, è il primo progetto di Sartoria Migrante nato come laboratorio di Connecting Cultures, un’agenzia di ricerca no profit con sede a Milano, che promuove la sostenibilità nell’ambito delle arti visive e del design. Please Sit è un progetto nato grazie a una call che ha permesso di recuperare 21 vecchie sedie, alle quali la designer Denise Bonapace, falegnami e sarti provenienti da tutto il mondo hanno dato nuova vita. “Trait d’Union – L’anello di congiunzione” è l’opera del duo Luigi Cuppone e Giulia Cinelli che racconta il lavoro del Laboratorio Linfa è un’impresa artigiana con sede a Orte (Viterbo) che progetta e produce mobili di ecodesign, allestimenti e installazioni. Il materiale d’ordine è il legno: rigorosamente usato e recuperato dal disassemblaggio di pallet giunti a fine ciclo di utilizzo o da altri complementi in legno, come vecchi serramenti, porte, mobili. Tutto il materiale viene ceduto all’impresa da cittadini e aziende del territorio, che sposano l’economia circolare allungando la vita dei materiali in modo poco energivoro e a chilometro zero.

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