sabato 25 settembre 2021
L'annuncio del Mise: 40 milioni. Si potranno acquistare solo Euro 6
Ecco gli incentivi per le usate

Tony Vece

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Un mare di soldi, quaranta milioni di euro di fondi statali. Sono quelli che permettono di sbloccare, dopo un lungo temporeggiare, anche gli incentivi per la rottamazione di vecchie automobili purché venga acquistata una vettura usata dalle emissioni non inferiori a quelle Euro 6, di cui esistono quattro tipologie - a, b, c, d e la recente d Temp.
Lo ha annunciato il ministero dello Sviluppo economico che ha precisato che a partire dalle 10 di martedì 28 i concessionari potranno accedere alla piattaforma ecobonus.mise.gov.it per inserire le prenotazioni degli incentivi per l’acquisto di veicoli di categoria M1 usati a basse emissioni. Il nuovo incentivo varia da 750 euro a 2mila euro a seconda delle emissioni del veicolo usato che si intende acquistare.
L’operazione è soggetta ad alcune direttive per impedire acquisti (e demolizioni) non proprio "green". Infatti per ottenere l’Ecobonus bisognerà considerare innanzitutto che la vettura usata che si vuole acquistare, oltre a dover essere di classe Euro non inferiore a 6, dovrà avere un prezzo corrispondente o quasi alle quotazioni medie di mercato e comunque non superiore a 25mila euro e con emissioni comprese tra 0-160 g/km CO2. Il contributo, peraltro, è riconosciuto solo con la rottamazione ma, va tenuto presente, che è differente a seconda delle emissioni del veicolo usato che si intende acquistare: più precisamente 2mila euro per le emissioni comprese tra 0 e 60; mille euro per 61-90 e, infine, 750 euro per 91-160. Tenendo inoltre conto del fatto che il veicolo che si andrà a demolire dovrà essere della medesima categoria di quello acquistato e dovrà essere stato immatricolato da almeno 10 anni. Non solo, c’è ancora un ultimo paletto, volto a scoraggiare i "furbetti": la vecchia macchina dovrà essere intestata da almeno 12 mesi all’acquirente o ad un familiare convivente.
Come si diceva un’operazione attesa anche se un dubbio sorge: considerando i grossi stock di immatricolati invenduti presenti nei piazzali delle concessionarie, soprattutto i cosiddetti "chilometri zero", non si tratta anche di un’operazione per far si che gli stessi concessionari si liberino di auto nuove (ma già targate) che pesano sui bilanci aziendali dal momento che i concessionari li avevano precedentemente pagati al produttore?

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